Da lungo tempo io nutro un amore non corrisposto, quello per i peperoni: non è corrisposto perché io li mangio e loro spariscono. Al massimo mi si ripropongono (ma raramente).
Compro i peperoni. Uno giallo, uno rosso e uno verde. Oppure tutti gialli, se mi gira così. Sono i cosiddetti pepper bell, peperoni a forma di campana. Li lavo con scrupolo, li taglio a quadratini. Poi, in una padella con un po’ d’olio extravergine d’oliva li metto a saltare. La mia mamma ci mette anche un fondo di cipolla tritata, che è buona, ma in certi casi appesantisce. Quando i peperoni sono vicini alla fine della cottura, sfumo con dell’aceto bianco e poi di butto dentro delle molliche di pane.
Si tratta di una ricetta pugliese, i cosiddetti «peperoni a salsa». Ci sono persone che ci mettono anche pomodorini oppure capperi. O entrambi Io no, perché non mangio cose rotonde.
E poi non voglio oscurare il sapore dei peperoni. Non mi crederete, ma sono la mia passione. In alcuni periodi della mia vita li ho mangiati anche a colazione. Come Aldo Baglio in Tre uomini e una gamba. Che è un po’ come la pizza avanzata della sera prima: tanto tanto buona.
Non so quando ho iniziato a sviluppare questo amore. So solo che mangerei solo peperoni. In tutte le salse.