Con Halloween alle porte, si può magari vedere qualche film dell’orrore. Ma tra quelli tratti dai libri di Stephen King, quali fanno, appunto, orrore?

di Paolo Merenda

Anche per Stephen King, giudicato uno degli scrittori più talentosi del pianeta, ci possono essere dei punti oscuri, opere che non sono certo all’altezza dei suoi lavori migliori.

Tra queste cose, c’è il modo in cui ha scritto il romanzo Christine e di come si sia reso conto di non aver fatto un buon lavoro. Il che ci porta all’argomento di oggi: con Halloween alle porte, quali sono i film da vedere e, magari, quelli da evitare?

Con l’immensa produzione di film, serie tv, miniserie televisive, e chi più ne ha più ne metta, che prende spunto dalle opere di Stephen King, si può stilare una classifica. I primi posti, con classici come It e Carrie, o produzioni più recenti come la miniserie basata su 22/11/’63, li lasciamo magari a un altro articolo. Adesso vogliamo dare un focus invece agli ultimi posti, quindi i film che non dovreste vedere a Halloween (né in qualsiasi altro periodo). Si tratta di una classifica che può piacervi o no, a me ad esempio non garba l’idea di scrivere che un film tratto da una storia del mio scrittore preferito è oggettivamente brutto, ma ogni classifica ha i primi posti e ha anche gli ultimi, quindi procediamo.

Partiamo appunto da Christine – La macchina infernale (1983), diretto nientedimeno che da John Carpenter, un monumento vivente del cinema dell’orrore (1997: Fuga da New York, Essi vivono, La cosa, Halloween – La notte delle streghe). Però non tutte le ciambelle riescono col buco, e più che parlare di errori durante la realizzazione, credo che siano gli strascichi di quanto non andava nel romanzo di partenza. D’altronde la storia viene riportata in modo molto fedele, con i due amici, Arnie Cunningham e Dennis Guilder, che in vesti diverse devono avere a che fare con una Plymouth Fury posseduta da uno spirito malvagio.

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Restando su grandi nomi, nemmeno Cose preziose (1993, regia di Fraser Clarke Heston) è venuto come ci si aspettava, nonostante il fatto che parlasse di Castle Rock, la città immaginaria preferita da Stephen King, e che vedesse nel cast Ed Harris (Snowpiercer, The Truman Show, Apollo 13, A Beautiful Mind) e soprattutto Max Von Sydow, di cui riassumere la carriera sarebbe impossibile e quindi ricordiamo appena il personaggio centrale del film L’esorcista, padre Lankester Merrin. Qui le premesse per realizzare un grande prodotto c’erano tutte, ma è mancato qualcosa, l’ingranaggio non ha girato alla perfezione.

A proposito di ingranaggi, Brivido (1986, regista lo stesso Stephen King nell’unica prova dietro la macchina da presa), un horror sulle autovetture di piccole e grosse dimensioni che si ribellano all’uomo acquisendo vita propria, è tratto dal breve racconto, Camion, del 1978 (contenuto nella raccolta A volte ritornano). Il raccontino aveva una forte carica data dal mistero: tutto sta già accadendo, sembra dire, resta seduto a vederne uno scorcio che non cambierà la storia dell’umanità. Il film invece prende il via dai primi sintomi della ribellione, e finisce con la vittoria degli umani. È uno di quei casi in cui il troppo dire rovina la trama. Peccato, perché le musiche sono degli Ac/Dc, anche con pezzi originali che a 35 anni di distanza vengono ancora promosse e portate in giro.

Finiamo con Shining, ma non il celebre film di Stanley Kubrick, bensì la miniserie televisiva del 1997 per la regia di Mick Garris e una partecipazione più massiva di Stephen King stesso. Inutile dirlo, nacque per l’insoddisfazione di King nei confronti di Stanley Kubrick e del primo film del 1980. Il primo Shining aveva lasciato strascichi nell’autore dell’omonimo romanzo, che quindi si affidò a Mick Garris, regista che ha diretto circa un’opera su due della sua carriera basandosi su storie del re del brivido. Una scelta “casalinga”, in pratica. Magari il risultato finale piacerà anche di più ai diretti interessati, ma al grande pubblico rimane nel cuore la prima versione.

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