Non vediamo l’ora che il 2020 sia finito. Ma non mi va di fare un bilancio, io che sto perennemente sulla bilancia.
Qualche anno fa, ero a cena con degli amici del mio compagno, tutti abbastanza patetici. Si lamentavano dell’anno che stava per finire, perché non avevano più la ragazza. In pratica stavano rimuovendo tutto ciò che di buono era accaduto nei 365 giorni precedenti (studi, lavoro, traguardi vari) per concentrarsi sulla sola cosa che era andata male. E poi neppure tanto. Nel senso: se una storia finisce, si cerca di stare meglio, di voltare pagina, anche se i primi giorni (che erano passati da un pezzo nel loro caso) non è sempre facile.
Comunque, in questa parte dell’anno tutti fanno dei bilanci. Per me è stato tutto sommato un anno di soddisfazioni professionali. Che però sono stati accompagnati da tante lacrime. Fare la giornalista durante una pandemia e avere una sensibilità è una contraddizione in termini: ogni volta che sento qualcuno negare l’esistenza o la gravità del Covid-19 ho negli occhi quei camion pieni di bare, a Bergamo. È stato difficile. È difficile. Forse è anche per questo che stavolta abbiamo ragione a non veder l’ora che il 2020 sia finito. È difficile anche perché ho la consapevolezza che da questa tempesta non siamo usciti migliori, e non solo perché la tempesta non è ancora finita.
Quest’anno ho visto molti film che mi sono piaciuti molto: Jojo Rabbit, Parasite, Il processo ai Chicago 7, Lazzaro felice, Favolacce, Se ti abbraccio non avere paura, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, Voglio mangiare il tuo pancreas, Jay & Silent Bob reboot, La battaglia dei sessi, Palo Alto, ma soprattutto Sto pensando di finirla qui, che si è rivelato essere il mio preferito di quest’anno, entrando di diritto nella top 10 di tutta la vita.
Naturalmente c’è stata anche tanta musica, tanta Elettra Lamborghini, tanto Immanuel Casto (del quale ho preso a seguire le rubriche social, soprattutto gli approfondimenti che hanno a che fare con il Mensa, di cui è presidente). E mio figlio mi ha fatto ascoltare allo sfinimento Sincero di Bugo e Morgan: ah, se le cose fossero andate diversamente, quante altre canzoni fantastiche avrebbero realizzato insieme? (Lo dico anche perché mi sono un po’ stufata di riascoltare sempre la stessa).
Ma se c’è una cosa che è sempre vera su di me, è che preferisco concentrarmi sulle cose che ho invece di quelle che non ho. Ed è successa una cosa bellissima in questo 2020: abbiamo fondato TheRoom. Io credo che questo sia un ottimo punto di partenza, poi qualche volta quando a cena bevo un bicchiere di troppo fantastico sul fare dei film insieme, una serie tv o chissà cosa. Magari conquistare il mondo, facendo concorrenza a Mignolo e Prof.
Non lo so cosa mi riserverà l’anno che sta per arrivare, a parte un sacco di altri film. So cosa vorrei portarmi dietro, cioè questo splendido gruppo di amici che lavorano senza impegno ma col massimo impegno a questo progetto comune. Per il resto, vi faccio una playlist da ultimo dell’anno, o forse da ultimo giorno sulla Terra o ancora da primo giorno di lavoro. Perché, che sia il nostro primo o il nostro ultimo giorno in qualcosa, è sempre importante darsi la carica. E come fai senza musica?
(Eh, lo so, è una playlist un po’ strana. Si apre e si chiude con Lucio Dalla, ma al mio posto non ne avreste messi anche di più di brani suoi?)