A volte invento dei cocktail, ma la cosa che preferisco è dare i nomi ai cocktail.
Oddio, più che parlare dei cocktail, forse è meglio dire che si tratta di long drink, perché le bevande che invento (ma che probabilmente esistono già) sono formate di solito da qualcosa di alcolico e qualcosa di analcolico. La cosa che mi diverte maggiormente è però fare dei giri mentali per attribuire i nomi a questi long drink. Di seguito ne trovate alcuni.
Santa Sofia
È prosecco con granita di melagrana. Ho pensato a questo cocktail come al punto di incontro tra Occidente (il prosecco, oppure volendo anche champagne va benissimo) e Oriente (le melagrane, che sono tipiche della Turchia). Proprio a Istanbul c’è Santa Sofia, luogo di culto e simbolo di cristianità e saggezza oggi moschea, ma comunque da sempre e per sempre trait d’union tra il mondo occidentale e quello orientale.

Pippi Raskol’nikov
È preparato con la gassosa Chiurazzi e il Martini Fiero. Sì, sono molto precisa in questo. Sicuramente c’è a chi piace molto il Martini Fiero liscio, ma io lo preferisco in questa veste, magari con una fettina d’arancia galleggiante. Il nome viene per metà dal fatto che la Chiurazzi è un’azienda salentina, mentre il Martini Fiero è rosso, colore da sempre associato al comunismo. Non solo: il rosso è anche il colore del sangue: lo sapevate che gli zar, imparentati tra l’altro con la Regina Vittoria, erano affetti da emofilia? Raskol’nikov è, naturalmente, il protagonista di Delitto e castigo.
The Queen
Melagrana e vodka: il nome è scelto sempre per via della storia dell’emofilia, che lega appunto i reali britannici agli zar russi (da cui la vodka).
Evtušenko
Vodka liscia e ribes nero: il long drink ha il nome di un poeta russo che ha composto una poesia chiamata appunto Ribes nero, tra le mie preferite di sempre. (E sì, mi piacciono molto anche i long drink a base di vodka).
Occhi neri di ribes nero
come dense gocce della notte
guardano e inconsapevoli domandano
o di qualcuno o di qualcosa.Caverà lesto il tordo saltellante
gli occhi neri di ribes nero,
ma i gorghi del vortice conservano memoria
di qualcuno o di qualcosa.Non penetrate nella memoria delle amate.
Temete quei vortici abissali, perfino
la vecchia tua blusa, non di te si ricorda, ma
di qualcuno o di qualcosa.E dopo morto vorrei onestamente sempre vivere
in te, come qualcuno no, come qualcosa,
che ti rammenti, linea d’orizzonte,
solo qualcosa, solo qualcosa.