Ora vi spiego come faccio la pizza. Ma non è una pizza, è una focaccia. Una specie di focaccia.
Durante il primo lockdown è stata dura mangiare una pizza come si deve. Le pizzerie erano chiuse anche per asporto o delivery dalle mie parti, e chiunque stava facendo incetta di lievito di birra nei supermercati. Di tanto in tanto però si riusciva a trovare il lievito e quindi provavo a fare la pizza in casa. Che usciva alla fine che non era una pizza. Sarà che io non sopporto troppo le regole degli altri, per cui mi faccio gli impasti con le mie regole. Anzi proprio senza regole.
Insomma l’estate scorsa lessi un articolo su Il Post in cui si diceva che potevamo abbandonare la panificazione: le nostre cose non venivano bene come quelle del forno o della pizzeria (nel mio caso più che vero) e poi non avevamo tempo libero come durante il lockdown. Ero d’accordo. Però, anche se con ritmi più dilazionati, non ho mai abbandonato la panificazione da quel primo lockdown. Per cui vi presento (nella foto in evidenza) una pizza della quale vado particolarmente fiera. E la sua ricetta.
Ingredienti:
300 g di farina
1 lievito da birra da 25 g
acqua qb
un cucchiaio colmo di sale
un cucchiaino di zucchero
olio d’oliva qb
salsa di pomodoro qb
pomodorini freschi qb
funghetti sottolio qb
Procedimento:
Si scioglie il lievito di birra in un bicchiere pieno di acqua calda e si mescola alla farina, badando di aggiungere acqua calda se serve, finché l’impasto non avrà la consistenza della crema. Si aggiungono sale, zucchero e un filo d’olio e si versa il tutto di una teglia in cui abbiamo passato olio e farina in modo da rendere più facile la sgusciata della simil-focaccia.
Sulla superficie, badando di lasciar liberi i bordi, si adagia il nostro condimento, cioè un po’ di salsa di pomodoro pronta, i pomodorini freschi tagliati a metà oppure a quarti, e i funghetti con il condimento del barattolo (nel mio, oltre l’olio, ci sono aglio e peperoncino). Si cuoce il tutto in forno presiscaldato a 200°C, per 20/25 minuti (comunque fatelo un controllino che i piatti che preparo io sono sempre molto empirici e, se non cotta bene, a focaccia viene collosa).