Oggi è la Giornata dei Calzini Spaiati, che serve da sensibilizzazione sull’autismo. Io però non sempre credo in queste giornate, sicuramente credo nel cinema e nelle serie tv
L’autismo non è una malattia. Non è neppure una condizione, perché non è sempre uguale per tutta la durata della vita. È una specie di termine ombrello sotto il quale ci sono una serie di fenomeni neuropsichiatrici. Riconoscerli non è sempre facile, tanto che a molti l’autismo viene “diagnosticato”, se così si può dire, solo da adulti. Molti neppure lo sanno di averlo. Chi soffre di un autismo grave è però un “diverso”, spesso un emarginato, qualcuno di cui la società non si occupa, creando così un grande dilemma tra i famigliari di questa persona, che finiscono per interrogarsi sul “dopo di noi”.
E quindi io non so se bastino dei calzini spaiati ad accrescere la consapevolezza sull’autismo. Cinema e tv un po’ aiutano. Quanto meno a farci capire che ognuno di noi è diverso e quindi le catalogazioni delle persone non servono a molto, a meno che non sia la stessa persona a darsela come emblema della propria identità. Come ognuno è diverso, anche i tipi di autismo sono molto diversi gli uni dagli altri, tanto che si parla di disturbo dello spettro autistico: è un ricco prisma e quello di cui avremmo davvero bisogno sono persone competenti e strumenti che siano davvero d’aiuto, non di calzini spaiati. Forse questi servono ai bambini, ma neppure: i bambini sono bravissimi ad andare oltre le etichette (salvo che vicino non abbiano degli adulti che forniscono loro modelli sbagliati).
Come spesso accade, alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica possono concorrere diversi fattori. Ma niente è meglio di un buon film o di una serie televisiva fatta bene. Ne abbiamo scelti alcuni.
Rain Man
È probabilmente il film più celebre sul tema. Diretto da Barry Levinson nel 1988, è interpretato da Dustin Hoffman, Tom Cruise e Valeria Golino. Nella storia, alla morte del padre che non amava, Charlie scopre di avere un fratello maggiore autistico: si chiama Raymond e vive in una specie di casa di cura. Charlie lo rapisce perché Raymond ha ottenuto l’eredità paterna, ma ogni giorno di più sente di avvicinarsi a lui.
The Good Doctor
È una delle serie preferite della mia mamma, con Freddie Highmore che interpreta un giovanissimo medico autistico. Non c’entra con l’autismo ma passatemi la battuta: io non so se mi farei mettere mai sotto i ferri da Freddie Highmore, dopo aver visto Bates Motel.
Atypical
È una delle mie serie Netflix preferite, ed è interpretata da Jennifer Jason Leigh, Michael Rapaport e, nel ruolo del protagonista, Keir Gilchrist. La storia parla di Sam, un giovane adolescente con autismo atipico (ha infatti la sindrome di Asperger), e delle sue sfide quotidiane per la conquista della socialità. Il tutto accompagnato dalle rivoluzioni all’interno della sua stessa famiglia.
Buon compleanno Mr. Grape
Pellicola del 1993 interpretata da Johnny Depp, Leonardo DiCaprio e Juliette Lewis. La storia racconta del rapporto tra due fratelli, uno dei quali è autistico. Una prova d’attore fantastica per un giovanissimo DiCaprio.
Mi chiamo Sam
Preparate i fazzoletti. Si tratta di una pellicola del 2001 con Sean Penn, Michelle Pfeiffer, Dakota Fanning, Diane Wiest e Laura Dern. Sam è il padre single di Lucy. L’ha chiamata così perché è un fan dei Beatles. Sam ha un ritardo mentale con autismo e i servizi sociali non credono che potrà crescere Lucy nel migliore dei modi. Per cui gliela tolgono e la danno a un’altra famiglia. D’altro canto, dalla parte di Sam ci sono solo un manipolo di amici con ritardi mentali vari e una donna agorafobica. Ma l’amore di Sam conquista tutti, in primis una venale avvocata che invece decide di seguire il suo caso pro bono. Il titolo del film (in originale I Am Sam) viene dalla filastrocca del Dr. Seuss Prosciutto e uova verdi. Nella colonna sonora tanti riarrangiamenti da celeberrimi brani dei Beatles.