L’arte del caffè ha i suoi fuoriclasse: tra i migliori 15 d’Italia, a Milano il 22 e 23 ottobre c’è stato anche Lorenzo Griffo da Parete, che ha dato anima e corpo a questo settore.
di Paolo Merenda
Tra film e pubblicità, i volti noti che hanno avuto a che fare col caffè sono tanti. Basti pensare alla serie di pubblicità con Nino Manfredi, per una nota marca italiana, dal 1977 al 1993, tra i primi volti noti nel mondo delle réclame, a suo modo un pioniere delle televendite. Superando i confini nazionali, ci viene in mente il caffè nero forte di cui va matto l’agente Cooper in Twin Peaks, magari con una fetta di torta alle ciliegie. Ma perché il caffè è così tanto amato, al punto da trovarsi stabilmente al secondo posto tra i liquidi consumati nel mondo, superato solo dall’acqua?
Un vero motivo comune è difficile da trovare. Nel mio caso, il caffè è una pausa, una virgola veloce, in una giornata frenetica, ma la risposta può variare per ognuno di voi lettori. Luciano De Crescenzo diceva che il caffè è un modo per dire a qualcuno che gli vuoi bene. Di sicuro, alcuni barman e barlady sono delle eccellenze in Italia e sanno farcelo gustare meglio di altri.
Tra questi, il maestro del caffè Lorenzo Griffo di Parete: con altri 14 artisti della nera bevanda fumante, è stato alla fiera Host 2021, a Milano il 22 e 23 ottobre, date del settimo Gran premio della caffetteria italiana, dopo il decimo posto alla scorsa edizione, nella quale pure riuscì ad accedere. Il 22, nello specifico, ha brillantemente partecipato alle semifinali, accedendo alla finale del 23, come unico campano, dove ha ottenuto il sesto posto nazionale, il primo tra i concorrenti della Campania. Tre le fasi della gara, ben controllate dalla giuria: l’espresso, il cappuccino e il drink. Se su espresso e cappuccino gli studi di Griffo, maestro del caffè e sommelier dell’espresso grazie ai corsi seguiti con l’Aicaf, sono ben rodati, il discorso è diverso per il cocktail, che ha perfezionato grazie anche ad Alessia Caropreso, mentre è stato accompagnato dai dolci di Raffaele Andreozzi.
La ricetta del cocktail che ha prodotto in semifinale unisce la cultura enogastronomica del Nord e quella del Sud, grazie al Fernet Branca e a latte di mandorla, ghiaccio e caffè, gli ingredienti del famoso caffè in ghiaccio salentino. Un connubio che si evince dallo stesso nome del drink, Equilibrio. Degno di nota infine il tipo di chicchi che ha portato in concorso, una miscela proveniente dal Kenia, coltivata in un microappezzamento a 1700 metri sul livello del mare, e che ha sentori di frutti di bosco e lime. Quando si dice cura dei particolari.