Ovvero la volta in cui, tra un’italiana e una squadra straniera, avrei sostenuto quella straniera.

di Paolo Merenda

Il calcio, dato l’enorme seguito, deve essere pronto a cambiare pelle e reinventarsi. Ciò si nota soprattutto ai vertici del calcio europeo, le grandi coppe e i traguardi prestigiosi, per intenderci. Ci sono molte coppe europee precedenti alle tre attive in questi anni, e alcune di queste hanno una storia che si è purtroppo persa nel tempo. Ma quei titoli sono stati assegnati: sapevate ad esempio che il Pisa ha vinto due trofei internazionali, ovvero due coppe Mitropa? E il Bologna, con tre vittorie della stessa coppa (due negli anni ’30, quando la Mitropa era considerata uno dei titoli massimi), prima della seconda guerra mondiale era considerata ai vertici del calcio europeo? Ma andiamo a vedere prima della Coppa Campioni, oggi Champion’s League, della Coppa Uefa, adesso Europa League, e della Conference League cosa succedeva.

In realtà, decaduta da pochi anni c’è la Coppa delle Coppe, di più fresca memoria e arrivata a un pelo dal 2000, ma fino al 1992 è stata assegnata anche la Coppa Mitropa, appunto. Nata nel 1927 e arrivata con alcune pause al 1992, alla 50esima edizione, per lunghi periodi (fino al 1950 circa) aveva lo stesso prestigio dell’attuale Champion’s League, salvo poi perdere colpi e venire difesa sempre tra club dell’Europa centrale (la Mitteleuropa da cui nasce il nome del trofeo), ma di seconda fascia, per arrivare ai vincitori dei campionati di serie B in giro per il continente.

Cosa successe quindi nel 1989, nell’unica edizione della Supercoppa Mitropa, che avrebbe spinto gli amanti del calcio del nostro stivale a non tifare la squadra italiana in finale? E no, non parlo di gufare la Juventus, attività ormai molto diffusa, ma di trovare giusta e quindi tifare la vittoria della squadra non di casa.

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Come abbiamo detto, la Mitropa sarebbe stata soppressa nel 1992, quindi a fine anni ’80 già non godeva di ottima salute. Il Pisa, per mano del suo presidente Romeo Anconetani, ideò la Supercoppa da disputarsi nel 1989 per una sola ragione: vincerla. Nelle stagioni 1985/86 e 1987/88 il Pisa vinse, come detto, gli unici due trofei internazionali della sua bacheca, due Mitropa. Nella stagione 1988/89 vinse invece il Banik Ostrava, team della Repubblica Ceca, quando il Pisa pregustava la terza vittoria.

A quel punto, Anconetani diede vita alla Supercoppa Mitropa, da disputarsi tra i vincitori delle ultime due edizioni: Banik Ostrava e Pisa, appunto, con andata a Ostrava e ritorno a Pisa, giusto per avere il vantaggio del campo di casa nella partita decisiva.

I due incontri non partirono però col piede giusto per i pisani: all’andata, il 12 aprile 1989, i cechi si imposero per 3 reti a 0. Ritorno proibitivo il 25 aprile, ma il Pisa man mano costruì un 3-0 che portò a decidere tutto ai supplementari e, in caso, ai rigori. Con qualche ostacolo di troppo, il grande piano del Pisa si stava concretizzando, e la coppa costruita da loro stessi su misura per loro stava arrivando. It’s coming home, avrebbero detto gli inglesi nella finale degli Europei di calcio nel 2021, contro la nazionale italiana.

E, come sarebbe successo 32 anni dopo allo stadio Wembley, il piano fallì: a pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare, ci pensò Radek Basta a dire “basta” (scusate il calembour) alle velleità italiane con un gran gol. È 3-1. Con un computo totale di 4-3, il pubblico pisano dovette vedere l’incoronazione del Banik Ostrava quando tutto si aspettava fuorché quello.

Ma, voglio pensare, sia il presidente Romeo Anconetani che il pubblico, senza dimenticare i calciatori, impararono molto di più, ovvero che nel mondo del calcio, più che altrove, nulla si può dare per scontato. È il modo più semplice per far svanire gli obiettivi e le vittorie, a dispetto di qualunque favore del pronostico.

2 commenti

  1. Vorrei ricordare che anche il mio Bari, nel 1990, vinse questa “prestigiosissimo” trofeo internazionale, battendo in una finale memorabile il Genoa per 1-0 dopo aver eliminato nei gironi squadre “fortissime” come il Pecs e il Radnicki. Come per il Pisa, resta l’unico trofeo vinto dai biancorossi che per il resto della loro storia hanno solo fatto avanti e indietro tra Serie A e soprattutto Serie B, con qualche puntatina in Serie C e Serie D negli anni in cui non era fallita.

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    1. Certo, anche il Bari vinse una delle ultime edizioni, e anzi fu la penultima italiana a vincere la Coppa Mitropa (giusto un anno dopo ci riuscì il Torino). Diciamo che diede gloria a club poco blasonati, o in forte flessione nel momento della vittoria.

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