Di cosa parla Sweet Dreams degli Eurythmics, la sua genesi e cosa sapere.
di Paolo Merenda
Prima posizione in classifica negli Stati Uniti, in Canada e in Francia, seconda posizione in Irlanda, Nuova Zelanda e nel “loro” Regno Unito, terzo posto in Belgio e Spagna. Inoltre, nel 2003, a 20 anni dall’uscita, è finita nella lista delle migliori 500 canzoni della prestigiosissima rivista Rolling Stones. Tutto questo è Sweet Dreams (Are Made of This) degli Eurythmics, duo britannico attivo nel genere synth pop dal 1981 al 2005, con una pausa dal 1990 al 1999. Dave Stewart, polistrumentista, e Annie Lennox, cantante, in realtà hanno firmato diversi successi nel corso degli anni, ma il pezzo che li ha consacrati e li ha fatti conoscere al mondo è stato appunto Sweet Dreams.
La genesi della canzone del 1983, inserita nell’album omonimo, affonda le radici nel precedente album, d’esordio per la band, In the garden. Dave Stewart e Annie Lennox avevano già lavorato insieme nel gruppo The Tourists, che però non aveva lasciato il segno. Allora pensarono di lasciare il precedente gruppo e fondarne uno tutto loro, gli Eurythmics appunto, ma il lavoro d’esordio fu un clamoroso flop. Mai domi, affrontarono spese importanti per realizzare un secondo album, e mentre Dave Stewart sperimentava con la nuova strumentazione il riff di Sweet Dreams nacque quasi da solo. Al testo pensò Annie Lennox, che voleva catturare, con la canzone, lo stato di abbattimento di tanti tentativi andati male. I dolci sogni del titolo sono appunto i loro sogni, che però rimangono tali.
Il testo finale risultò essere troppo deprimente ai loro occhi, e quasi all’ultimo Dave Stewart aggiunse il verso “hold your head up, keep your head up”, per dare un segnale positivo a chi avrebbe ascoltato. Nacque così, da scelte quasi casuali, come spesso accade per le pietre miliari della musica, una canzone che da allora ha lasciato il segno. Non bisogna dimenticare anche il videoclip, all’epoca controverso per la forma androgina di Lennox, vestita con un elegante abito da uomo, i capelli rasati e arancioni, che contribuì al diffondersi del pezzo.
Nel corso degli anni, numerosi artisti ne hanno realizzato una cover, più o meno riuscita e originale rispetto alla base di partenza. Solo in Italia ci hanno pensato Giorgia e Achille Lauro, ma forse la cover più famosa è stata quella di Marilyn Manson che, come era stato nel 1983 per gli Eurythmics, lanciò la carriera di Manson e del suo gruppo nel 1995, al secondo album come il duo britannico 12 anni prima. Anche qui, un videoclip singolare e caratteristico aiutò e non poco.
Piccola curiosità: il loro produttore non voleva lanciare Sweet Dreams come singolo, ma I put a spell on you, altra cover contenuta nel secondo album della band. Ma i membri del gruppo si impuntarono, col senno di poi avendo pienamente ragione. Cosa sarebbe cambiato, se non avessero insistito?
Nella filmografia e nelle serie tv, non sono mancate le scene con la canzone degli Eurythmics a fare da sfondo, dai Simpson, più che trentennale cartone animato (e ancora attivo) in una iconica puntata con Artie Ziff, a vari film.
Tra i film, la scena sexy con la sempre bellissima Demi Moore nella pellicola Striptease del 1996, del regista Andrew Bergman, è ormai nella storia del cinema. Un omaggio che, manco a dirlo, ha contribuito alla riuscita del progetto. Insomma, Sweet Dreams (Are Made of This), si può senz’altro definire un brano portafortuna.
Bellissima Sweet Dreams! Grazie per questo articolo molto interessante
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