Nel 1992 irruppe sul mercato italiano un album, e un gruppo, destinati a lasciare un segno indelebile nel mondo della musica e nel cuore di generazioni di appassionati. Si tratta di Hanno ucciso l’Uomo Ragno, degli 883, ovvero il duo Max Pezzali e Mauro Repetto, che ebbe un successo strepitoso basato principalmente sul passaparola, in un mondo all’alba del web.
di Paolo Merenda
Ma come sono nati gli 883? Se il 17 ottobre 1961, nella stazione ferroviaria di Dartford, a poca distanza da Londra, avvenne il ben più celebre incontro tra Mick Jagger e Keith Richards, i due fondatori dei Rolling Stones, galeotto per gli 883 fu il liceo scientifico Niccolò Copernico di Pavia, dove furono compagni di classe Max Pezzali e Mauro Repetto.
Il loro successo ha due nomi impressi: Claudio Cecchetto, tra i maggiori produttori discografici italiani, che li notò, e Jovanotti, che per primo (nel 1988) gli diede spazio televisivo nel programma 1, 2, 3 Jovanotti, quando ancora si chiamavano I Pop, gioco di parole tra la musica pop e la Hip-Hop. Nel 1992, appunto, pubblicarono Hanno ucciso l’Uomo Ragno, cambiando nome in 883, come la famosa motocicletta della Harley Davidson. A quell’album seguì, l’anno successivo, Nord sud ovest est. Poco dopo Mauro Repetto lasciò la band (per andare negli Stati Uniti, alla ricerca di una modella di cui si era innamorato, per poi finire in Francia dove si sposò ed ebbe dei figli), firmando di tanto in tanto qualche canzone successiva, e Max Pezzali pubblicò altri quattro lavori come 883, fino al 2001, prima di continuare da solista e lasciare il marchio che l’aveva reso celebre. Basta citare difatti i riconoscimenti: 12 Telegatti, 2 Festivalbar, svariati premi italiani della musica e un World Music Awards.
Ma perché gli 883 sono ricordati ancora oggi, e Max Pezzali è definito “un gigante del Novecento” da Zerocalcare in uno dei suoi fumetti? Io credo che siano arrivati al momento giusto, quando la società stava per cambiare (e loro stessi sono l’emblema della società in continua evoluzione), ma sono riusciti anche a dare seguito al lavoro Hanno ucciso l’Uomo Ragno, sia la canzone che l’intero album. Da più di 30 anni, Max Pezzali è maturato insieme ai suoi allora giovanissimi fan, sapendo stare al passo (un po’ come Zerocalcare appunto, che però è attivo da molto meno tempo) con testi sempre più impegnati e, talvolta, un senso di amarcord sempre apprezzato.
Hanno ucciso l’Uomo Ragno (1992)
L’album si apre con Non me la menare, il primo pezzo che proposero in pubblico (al Festival di Castrocaro nel 1991), ma contiene la hit che dà il titolo all’opera. I temi sono principalmente di stampo festaiolo, di ragazze conosciute al bar e di uscite, con ragazze o con gli amici di sempre. Per chi già viveva queste avventure, era un modo per dare una colonna sonora, mentre per chi era ancora piccolo anche solo per bere alcolici, figuriamoci per le feste fino all’alba, rappresentava il sogno che si sarebbe avverato da lì a pochi anni. Nel videoclip di Hanno ucciso l’Uomo Ragno, che venne realizzato in secondo momento, dopo il successo, figura anche Jovanotti, per la prima ma non l’ultima volta accostato al gruppo.
Nord sud ovest est (1993)
Il secondo (e ultimo, per Mauro Repetto) album proseguiva un po’ la linea tracciata dall’esordio musicale, basti pensare alla famosissima Sei un mito, ma già figuravano pezzi come Weekend, Come mai e Cumuli: il primo affronta in modo disincantato il tema delle feste notturne e la discoteca a tutti i costi, il secondo per la prima volta parla di un ragazzo innamorato (dopo che sempre, nelle precedenti canzoni, era uno in cerca di avventure e non di legami), e Cumuli di un amico di Pezzali e Repetto, realmente esistente, con problemi di droga, tanto da andare in comunità. Di certo conoscerete il pezzo, anche perché è stato usato da Zerocalcare nella serie tv Netflix Questo mondo non mi renderà cattivo, ma forse non sapete che Alberto Marchesi, il ragazzo con un passato di dipendenza da eroina di cui si parla, si è ripreso, tanto da scrivere nel 1994 il libro autobiografico Cumuli di robe e di spade (come un verso della stessa canzone).
La donna il sogno & il grande incubo (1995)
Ormai pezzi come Fattore S, O me o (quei deficienti lì), Tieni il tempo e altre, si inframezzano a Senza averti qui, Una canzone d’amore e soprattutto Gli anni, da allora manifesto indiscusso della loro carriera. Temi sempre più maturi, voglia di divertirsi ma anche di cominciare a pensare al futuro danzano insieme, lasciando intendere ai fruitori che tutto cambia.
Fate attenzione ai cori e alle seconde voci dei pezzi: in Tieni il tempo ci sono le giovani Paola e Chiara Iezzi, successivamente conosciute come Paola & Chiara, e in Non 6 Bob Dylan a fare da seconda voce Mauro Repetto, segno che il progetto musicale li ha divisi, ma non ha spezzato l’amicizia di una vita.
La dura legge del gol! (1997)
Contiene tra le altre, La regola dell’amico, tormentone estivo nel 1997, La dura legge del gol, un inno all’amicizia che da allora fa sempre benissimo nei live, Finalmente tu e Se tornerai (con Mauro Repetto). Se tornerai affronta nuovamente il tema di veri amici d’infanzia caduti vittima di dipendenza dalla droga, con un esito ben più tragico. La canzone è difatti intesa come ricordo all’amico scomparso.
Grazie mille (1999)
Grazie alle hit da concerto Viaggio al centro del mondo e Nient’altro che noi, il quinto album si salva (dal punto di vista della critica, non certo dei fan a cui piace ormai qualunque cosa faccia Pezzali), anche se va in leggera flessione di vendite rispetto ai lavori precedenti, superando di poco il mezzo milione di copie, risultato comunque notevolissimo. Da notare La regina del Celebrità: al centro, una cubista in discoteca, e i loro sogni da piccoli di conoscerla perché considerata l’oggetto del desiderio. Ma… Nel finale, scopriamo che si tratta di una giovane donna sposata e madre di un bambino, facendo il simbolico salto verso l’età adulta.
Uno in più (2001)
Pensato già come saluto ai fan degli 883, per abbracciare il “nuovo” Max Pezzali, è una festa continua di pezzi, ritmi e collaborazioni (Alex Britti alla chitarra, Syria, J-Ax e il loro vecchio amico Jovanotti alla voce di alcune canzoni). Certo un album maturo (basti pensare a Uno in più, canzone che fa da title track e che chiude il lavoro discografico), ma La lunga estate caldissima è il saluto vero, a mio avviso.
Sempre noi (2012)
Non è un album, anzi è un “semplice” singolo contenuto in Hanno ucciso l’Uomo Ragno 2012, tributo a quello del 1992. Nel 2012, per celebrare i 20 anni di Hanno ucciso l’Uomo Ragno, venne pubblicato il duetto tra Max Pezzali e J-Ax (che strizzava l’occhio nel testo a Noi parte 2, precedente duetto dei due, presente in Uno in più), accompagnato da un video tutto da vedere: per chi aveva vissuto gli esordi degli 883, un tuffo nel passato non da poco. Vi compaiono infatti Claudio Cecchetto, l’amico di vecchia data Cisco (citato in Sempre noi ma anche in canzoni del periodo 883, come Rotta x casa di Dio contenuta in Nord sud ovest est) e soprattutto Mauro Repetto, tornato on screen per la prima volta dall’addio al gruppo. La collaborazione non si era mai interrotta, come avete letto nei paragrafi precedenti, ma sempre stando dietro le quinte. Invece dal 2012 è tornato a essere, seppur saltuariamente e in occasioni speciali, uno degli 883.
Ottimo post, complimenti! 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona