L’Ecosummer, kermesse musicale di Parete giunta all’undicesima edizione, quest’anno ha avuto tra gli ospiti Dadà.

di Paolo Merenda

Il 18 e il 19 luglio si è svolta l’undicesima edizione dell’Ecosummer, a cura dell’associazione La Tenda. Teatro, come le ultime uscite delle kermesse firmate La Tenda, la villa comunale di Parete. Due giorni di musica, e che musica, buon cibo, birra e vino che hanno accompagnato le chiacchierate dei giovani che hanno affollato la villa comunale.

L’Ecosummer, che già nel nome suggerisce la forte vocazione della cura per l’ambiente, aveva difatti tra i cibi molte scelte vegane o vegetariane, anche se non mancavano ovviamente cibi per onnivori e peccati dolci di gola.

Qui sopra, dall’alto in basso, Martino, Anna Castiglia e Dadà.

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Ma il fulcro è stato lo spettacolo sul palco: il 18 si sono esibiti Martino e Anna Castiglia, il 19 Masa Masa e Dadà. A chiudere la prima serata, Anna Castiglia, già partecipante a X Factor nel 2023 e recente vincitrice della Targa Tenco per l’opera prima, l’album “Mi piace”. Castiglia, 27enne catanese, ha spaziato tra pezzi più soft e altri più coinvolgenti, non disdegnando anche un po’ di tip tap, che ha infiammato il pubblico. Il suo concerto è stato di altissima qualità, improntato sulla musica. A chiudere la seconda serata, invece, Dadà, con un concerto in cui la musica è stata inframezzata da storie e racconti, dell’infanzia dell’artista e altre più simili a fiabe. Qui di seguito, una fotografia durante il soundcheck pomeridiano.

Dadà, 30enne campana, partecipante di X Factor nel 2022 (il suo giudice fu Fedez), porta infatti in scena qualcosa di più raro e fresco, con storie che introducono ogni canzone, dalle sonorità che rappresentano l’unione di molti generi, dalla world music all’elettronica. Ricorda un artista che amo molto e che ho avuto modo di incontrare in passato, Caparezza, e forse anche per questo ho apprezzato tanto la sua performance.

Gaia Eleonora Cipollaro, in arte Dadà, spazia molto anche fuori dal palco: è producer e art director, e un paio di mesi fa ha lanciato il suo album, Core in fabula. Ha anche girato diversi videoclip sui pezzi dell’album, che nel concerto a Parete venivano proiettati sul maxischermo dietro di lei.

Ho avuto modo di intervistarla, è stata gentilissima e molto disponibile.

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DOMANDA: C’è questa ricerca di una sonorità piuttosto particolare. Spazia fra tanti generi, hai sviluppato un suono ricercato e complesso, ma anche alla portata di tutti.  Come nasce questo progetto musicale e in genere la tua arte?

RISPOSTA: Innanzitutto ti ringrazio. Io vengo in realtà dalla musica classica, poi mi sono sempre interessata e appassionata a tantissimi generi. Non ho saputo rinunciare a nessun genere, nel senso che per fortuna li ho talmente ascoltati che forse mi è rimasto qualcosa dentro, per cui oggi c’è una sintesi che forse, come suggerivi, è abbastanza attendibile del mio percorso. Quindi mi diverte, sono contenta se un po’ con mestiere e un po’ inconsciamente sia riuscita a fare questa questa crasi di tutte le cose che mi piacciono. Così è nato appunto nel 2021 il progetto Dadà: lo stesso nome richiama la rottura della geometria dell’accademicità delle etichette perché è così che sono fatta, come persona e nella musica. Ho cercato di infilare tutti questi mondi dove il filo conduttore comunque è la mia penna e il timbro vocale.

DOMANDA: Per sviluppare questo progetto servono degli elementi, delle sonorità, degli strumenti in particolare volta per volta. Come fai a scegliere caso per caso quel che serve? Da dove parte quella spinta, l’intuito se vogliamo, o l’arte pura che vuole esprimersi, sia in studio che nei live?

RISPOSTA: Come produzione, dal momento che sono anche produttrice dei miei brani, insieme poi ai sound designer e al team, parto dalle immagini. Sono molto appassionata delle immagini, la musica la vedo già così, quindi un suono lo vedo con un colore preciso, lo vedo con un’intenzione precisa. Sento magari che servono dei campanelli, quindi suggerisco un particolare immaginario a me stessa e ai musicisti per raggiungere quel suono lì. Nei live abbiamo creato queste diverse formazioni che appunto servono proprio per dare spazio, aria, ad alcuni strumenti piuttosto che altri, per portare poi il progetto che è già contaminato e sfaccettato ad un’ulteriore contaminazione live per live.

DOMANDA: Questo concerto a Parete avviene in un contesto come l’Ecosummer, che dà molto spazio all’ambiente e ciò che serve per preservarlo. Per te quanto è importante questo aspetto, anche nella vita di tutti i giorni, oltre alla tua natura artistica?

RISPOSTA: A livello personale è qualcosa che mi sta a cuore, perché in generale, proprio nell’intimo sono nata in una famiglia di vegetariani, quindi che hanno uno sguardo sicuramente un po’ più dolce sull’ecosistema in generale. Poi nel mio caso diciamo personale e artistico cerco quasi per istinto di parlare di alcune tematiche sensibili, che possano far aprire uno sguardo diverso laddove magari si dà qualcosa per scontato.

DOMANDA: Quali sono i progetti futuri, c’è qualcosa che in programma?

RISPOSTA: A maggio sono uscita con il nuovo album, Core in Fabula, che contiene fiabe in musica. Sono nuove fiabe per, come dico sempre, bambini, adulti e vecchietti, in cui appunto ho sguinzagliato queste piccole creaturine; aspetto che facciano qualche passo in più per poi farle proseguire da sole. Quindi, per ora, aspetto. Faccio la mamma di queste canzoni che sono ancora piccole.

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