Una giornata al Comicon di Napoli a un po’ di anni dalla nostra prima volta.

Mi pare che era il 2008. Forse il 2009. La prima volta al Comicon di Napoli dovrebbe avere una data così. Ce ne sono stati altri dopo, poi più niente. All’epoca si stava a Castel Sant’Elmo, al Vomero, un posto bellissimo, adatto a una manifestazione in crescita ma ancora di nicchia. Ieri invece la manifestazione era alla Mostra d’Oltremare, un quartiere fieristico con tanto spazio (ma ciononostante non semplicissimo da fruire, su questo ci torno dopo).

Era da un po’ che avrei voluto tornarci, e con un figlio di 8 anni appassionato di lettura mi è sembrato il momento perfetto.

Andare al Comicon con un bambino di 8 anni presenta comunque alcune difficoltà, perché, per esempio, per ragioni di tempo, non siamo riusciti a visitare le mostre (che almeno sulla carta sembrano davvero interessanti). D’altra parte siamo stati un’ora e mezza in fila per mangiare per una serie di congiunture, ma la prossima volta provvederemo in altro modo. Non avevamo previsto tante circostanze, mancando dal giro da così tanto tempo.

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Il mio racconto del Comicon parte dagli acquisti. Più che per noi abbiamo comprato diversi regali, ovviamente in primis per mio figlio che, naturalmente, è corso dal libro di Mandrake. Non so perché questo divertente ragazzone di Brindisi (lo dico perché è decisamente più giovane di me) riesca a essere tanto trasversale: ovviamente a me e a quelli della mia generazione piace, perché racconta un po’ la nostra infanzia retrò (anche se non mancano riferimenti contemporanei), ma ha una particolare presa sui bambini, a cominciare dal mio, che riconosce nella signora Maria i miei stessi intercalari. Per il resto si è concentrato su prodotti che conosceva: Sonic, Spongebob e poi – a uno stand particolare che dopo vi dico – ha preso un Funko Pop di Pokemon, ma non chiedetemi come si chiama perché non lo so.

Allo stesso stand ho preso una cosina per me: Nowhere Girl di Magali Le Huche, autrice di cui avevo già letto a mio figlio, quando era più piccolo, Ettore l’uomo straordinariamente forte. Nowhere Girl è un fumetto sulla bambina che ero, fuori dal tempo ma amante dei Beatles – e lo sono ancora. L’altro regalo personale che mi sono concesso è un mega volume di Ranxerox realizzato dalle edizioni del Comicon. Un altro tuffo nel passato della me bambina che rubava i fumetti al fratello più grande insomma.

Nella prima fase di acquisti, ho potuto farmi firmare la mia copia de I segreti di David Lynch dall’autore Matteo Marino. È stato un bell’incontro, anche se io con gli autori non so mai che dire perché sono timida. Lì, allo stand di BeccoGiallo, ho anche preso un volume interessante per la scuola. Da due anni, nella scuola di mio figlio, si porta avanti un progetto lettura: i libri li scegliamo quasi sempre noi, e mi è sembrato giusto scegliere La mafia spiegata ai bambini. Mi piacerebbe da sempre portare Matteo Marino in uno dei posti in cui vivo, far conoscere i suoi libri (e io ce li ho davvero tutti, pure quelli ormai introvabili): ho conosciuto quest’autore sui social, mossa dalla mia passione per Twin Peaks, e mi piacerebbe tanto organizzare un evento a tema Lynch. Ma, immagino, che quando si è come me, sia molto difficile farsi avanti davvero con istituzioni e associazioni, ma questa è un’altra storia.

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A un certo punto abbiamo incontrato Sio. Davvero un artista gentile: nonostante ore e ore di sketch ha tenuto a disegnare un cagnolino con le ruote al mio bimbo quando gli abbiamo porto le copie acquistate. Certo, direte, è il suo lavoro, sta lì per promuoversi. Ma la gentilezza non ha un prezzo, per questo è stata ancor più apprezzata.

Dove si è concluso il nostro tour? Non potevamo non passare a trovare un amico, il grande Max della fumetteria Mondi Sommersi Comix Food di Lecce. È stata un’impresa trovarlo, ma la chiave era: cerchiamo un altro pugliese, lui ci aiuterà. E in effetti abbiamo incontrato uno standista che conoscevamo già per la pregevolezza delle sue opere, ovvero l’artista che realizza la bigiotteria basata su Il Signore degli Anelli. Comunque Max è mitico e c’ha un sacco di prodotti meravigliosi – è lì che abbiamo acquistato il Funko Pop per il bambino e un altro di Eddie degli Iron Maiden in edizione limitata. Se potete, in questi giorni, andate a trovarlo anche voi: è al Padiglione 4.

Una piccola riflessione di massima. C’è tanto da fare, vedere, ascoltare, leggere al Comicon. Ma mi ha colpito questo: qualche anno fa tutto questo sarebbe stato bollato come un posto pieno di nerd sfigati, ma tra noi appassionati di fumetti e videogiochi e tanti cosplayer (alcuni meh, altri davvero geniali, tipo una coppia che impersonava Van Gogh con i girasoli, o semplicemente perfetti tra cui una serie di Sailor Moon), non ho fatto a meno di notare molte persone più convenzionali, lì solo per una passeggiata. Senza un volume, senza un sorriso.

Non solo non dovremmo dimenticare che, al netto di tutto quello che può andare male in una giornata (tipo ieri che pioveva a più riprese), il Comicon è una festa e come tale dovremmo viverla. E sì, è un modo per sensibilizzare alla nona arte, ma forse la cultura del fumetto deve prendere anche altre strade anteriori, affinché le persone siano informate prima di quello che vanno a fare al Comicon. Purtroppo è un gatto che si morde la coda: i dati sull’editoria italiana sono quelli che sono. E allora, a monte, cosa servirebbe? Più istruzione e cultura, meno pregiudizio, più rispetto. I social oggi aiutano un po’, ma mi chiedo cosa si possa fare di più per veicolare questo messaggio positivo.

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