Nel marzo del 2008, come un fulmine a ciel sereno, irruppe sui canali e piattaforme musicali come MTV e Youtube un pezzo destinato a rimanere nella mente dei fan, e non solo. Wale (tanto wale), canzone d’esordio del gruppo emo italiano dARI, divenne in breve tempo un tormentone, non esattamente osannato da tutti.

di Paolo Merenda

Fu uno dei primi esempi di passaparola per ciò che diversi utenti pensavano del pezzo all’epoca, ovvero una presunta bruttezza musicale e uno stile troppo caricaturale dei membri della band. A dir la verità, il tempo ha ammorbidito i toni, sia nei commenti sui vari social sia nella considerazione del brano, ma 15 anni fa i loro concerti raccoglievano un folto pubblico, peccato che diversi di loro fossero lì solo per fischiare, nella migliore delle ipotesi.

Tutta la musica emo ha avuto un rapporto odio-amore con i fruitori, ma Wale (tanto wale) ha rappresentato forse il punto più alto in Italia di questa diatriba. Il videoclip conteneva tutti gli elementi visivi del genere emo, tanto che avrebbe fruttato nel 2010 ai Trl Awards, indetti per anni da Mtv, il titolo di Best Look (uno dei numerosi premi dato al gruppo originario di Aosta, oltre a quelli come miglior gruppo emergente).

Non tutto è oro quel che luccica, perché, novelli Jalisse che tentano da anni di tornare a Sanremo, anche i dARI avevano provato a entrare fra le nuove proposte l’anno precedente, nel 2007, proprio con Wale (e ci hanno provato svariate volte negli anni seguenti). All’epoca, avevano già raggiunto la formazione che sarebbe rimasta identica per tutta la fase ascendente, ovvero Dario “DaRi” Pirovano, chitarra e voce, Fabio “Fab” Cuffari, basso, Daniel “Fasa” Fasano, batteria, e Andrea “Cadio” Cadioli (quest’ultimo, il famoso biondo del video che premeva i tasti fuori tempo, avrebbe lasciato il gruppo nel 2013). Prima di passare a quel che venne dopo, vi lascio al loro singolo più famoso, Wale (tanto wale).

Dopo il boom cosa avvenne, quindi? Una lenta discesa, ma talmente lenta da regalare ai dARI altre soddisfazioni, come premi (ho accennato al miglior gruppo rivelazione, vinto ai Trl Awards, ai Wind Music Awards e al Mei, Meeting Etichette Indipendenti) e una collaborazione d’eccezione, con la leggenda vivente della musica italiana Max Pezzali (Non pensavo, del 2009). Nel 2009 nuovo tormentone estivo, Cercasi AAAmore, un libro autobiografico dei quattro (TuttodARIfare, edito da Sperling & Kupfer), e nel 2010 la presentazione dell’ultimo brano di successo, Più di te, ai Trl Awards.

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Se devo dire la mia, certo il look e il genere musicale (che i dARI stessi definivano emotronic, mix tra emozionale ed elettronico) mi lasciava perplesso, ma notavo qualcosa in loro su cui si sarebbe forse potuto lavorare. Cosa gli è mancato, e li ha resi una meteora? Non saprei, perché sono stati pompati per due anni buoni prima che i discografici togliessero il piede dall’acceleratore. Loro quattro (adesso tre) non si sono dal canto loro mai fermati. Se il primo album, quello che contiene Wale, è del 2008 (Sottovuoto generazionale), il terzo e più recente è del 2017 (Vado forte muoio giovane), mentre l’ultimo singolo risale al 2019, poco prima del Covid (il pezzo si chiama Grigio). Lo stesso anno erano ancora in tour, prima di una pausa lunga 3 anni e il ritorno sui palchi con un nuovo tour fra il 2022 e il 2023.

Ma, per la stragrande maggioranza dei fan (e degli haters) che li hanno persi di vista dopo il 2009, poco importa cosa sia arrivato dopo. Wale (tanto wale) del 2008, per un motivo o un altro resterà il pezzo emo più importante della musica italiana. Tra l’altro, sempre nel 2008, ma a Natale, i dARI lanciarono un remix natalizio della canzone: Wale (buon Natale). All’epoca fu ancor più odiata, ma sentita oggi fa capire cosa intendo col fatto che i dARI possedevano qualcosa, specialmente per la parte elettronica, tutt’altro che banale.

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