Un aspetto molto importante, per promuovere al meglio una canzone, è la realizzazione di un videoclip accattivante, che dia risalto alla musica e all’artista che canta. Non è detto che servano grosse cifre per farlo, ma i casi in cui la casa discografica non ha badato a spese restano iconici.
di Paolo Merenda
Prenderemo dunque in esame i video musicali realizzati con spese folli, ma (come vedremo) totalmente giustificati dal riscontro del pubblico. Lo faremo con qualche esempio sparso tra quelli nelle prime posizioni, perché i primi cinque sono strettamente nelle mani di Michael Jackson e Madonna. Il Re e la Regina del Pop, infatti, hanno realizzato questi videoclip.
1) Michael Jackson e Janet Jackson – Scream (1995) : 7 milioni di dollari
2) Madonna – Die another day (2002): 6 milioni e 100mila dollari
3) Madonna – Express yourself (1989): 5 milioni di dollari
4) Madonna – Bedtime story (1995): 5 milioni di dollari
5) Michael Jackson – Black or white (1991): 4 milioni di dollari
Interessante la storia dietro il futuristico Scream, dei fratelli Michael e Janet Jackson. Nel 1993, dopo le prime accuse mosse a carico del controverso artista, Michael Jackson fu costretto ad annullare le restanti date del tour per promuovere l’album Dangerous. Quando le nubi si diradarono, nel 1995, rispose al mondo con il testo di Scream, letteralmente un urlo, di frustrazione e rabbia nei confronti dei media, dell’opinione pubblica e della gogna a cui era stato sottoposto. La sorella Janet Jackson, per mostrare il suo appoggio, partecipò fattivamente a tutte le fasi. Il videoclip futuristico fu diretto da Mark Romanek. Ricordate questo nome, Mark Romanek.
Il lavoro, com’era prevedibile, venne premiato con un Grammy come miglior video musicale. Non è curato solo il voler ricreare la navicella spaziale, ma anche i movimenti dei due, con Michael Jackson che non ha mostrato le sue supreme doti di ballerino, lasciando spazio a movimenti eterei, alla rottura di vasi (dal discreto valore economico, e che hanno influito sulla cifra finale) e a una rabbia ben narrata dal regista.
Madonna, che non ha la prima posizione ma è presente in modo sufficiente nei primi cinque, con Die Another Day, per la regia di Traktor (Mats Lindberg, Pontus Löwenhielm, Ole Sanders) occupa la seconda posizione. La canzone, motivo principale del film La morte può attendere, appartenente alla saga dell’agente 007, riprende nei temi la storia del video musicale. Il costo è dovuto al fatto che, in poche parole, è un cortometraggio con tutti gli effetti speciali degni di un film sull’agente segreto più famoso al mondo. Anzi, il consiglio è vederlo più di una volta, una solo per seguire le vicende e i colpi di scena, anche a volume abbassato.
Una nota veloce sui registi della quarta e quinta posizione. Vi ho detto di ricordare il nome Mark Romanek: ebbene, è lui dietro la macchina da presa di Bedtime Story di Madonna (primo e quarto, non male), mentre per Black or White di Michael Jackson la firma è di John Landis, regista dall’enorme produzione, di grande qualità.
Scendendo, troviamo mostri sacri come i Guns N’ Roses con Estranged (1993). Curioso il motivo per cui il videoclip di Axl Rose, Slash e soci sia nei primi dieci per spese sostenute. Estranged fa parte di un trittico, i cui primi due capitoli sono i videoclip di Don’t Cry e November Rain. La storia narrata vede alcune significative scene nell’oceano, con Axl Rose che si getta da una petroliera. Ebbene, non avete idea di quanto costi l’affitto di una petroliera. Il cantante voleva una portaerei, ma la casa discografica non si arrischiò nemmeno a chiedere l’affitto di una cosa del genere.
In mezzo a qualche altro videoclip sparso dell’onnipresente Michael Jackson, si fa spazio Puff Daddy con Victory (1998). La vera particolarità è legata al momento in cui il video musicale fu girato: la canzone Victory è presente nell’album No Way Out, di Puff Daddy & The Family, del 1997, ovvero l’album d’esordio di Sean Cobbs, all’epoca conosciuto come Puff Daddy ma che nel corso del tempo ha cambiato più volte il nome d’arte. Non riesco a immaginare come un artista, seppur talentoso e in rampa di lancio, sia riuscito a sganciare una cifra vicina ai 3 milioni di dollari all’etichetta discografica per un solo videoclip. Tra l’altro, se parliamo di video musicali divisi per genere, è quello rap più costoso di sempre, con una storia dal carattere sociale molto forte.
Chiudiamo con un’altra artista iconica, che spesso non ha badato a spese, Britney Spears. Work B**ch del 2013 ha un budget di tutto rispetto, frutto anche dei luoghi in cui è stato girato: Malibu, sulle coste dello stato californiano. D’altronde, fin da subito Britney Spears ha dimostrato di credere fino in fondo al progetto, assumendo un vocal coach e un coreografo per queste specifiche riprese. Tutto per creare un successo musicale, cosa puntualmente avvenuta, grazie agli ascolti e alle visualizzazioni record su piattaforme come Vevo e YouTube.
Come potete notare, tranne nell’ultimo caso, le altre canzoni appartengono agli anni ’90 e solo in un caso al 2002, quindi circa 20 anni fa. L’industria musicale è cambiata molto da allora, contenendo i costi il più possibile, ma se dovesse tornare un’età dell’oro molti record verrebbero spazzati via. Per la gioia dei fruitori che avrebbero nuove perle da ammirare.