Danko, con un Arnold Schwarzenegger in grande spolvero, parla tra le righe di un periodo storico delicato.

di Paolo Merenda

C’è un americano, un russo e un georgiano (manca l’onnipresente italiano, ma pazienza). Accade in Danko, pellicola del 1988 con Arnold Schwarzenegger nel ruolo del freddo ufficiale sovietico Ivan Danko e Jim Belushi in quello del detective statunitense Art Ridzik. Entrambi sono sulle tracce di un criminale proveniente dalla Georgia (lo stato sul Mar Nero che fino al 1991, e quindi anche alla realizzazione del film, ha fatto parte dell’Unione Sovietica), Viktor Rostavili, in fuga tra Russia e America, appunto.

Danko fa parte del filone dei film d’azione che tanta gloria ha dato a Schwarzenegger stesso, o Sylvester Stallone, Bruce Willis, Mel Gibson, Jason Statham (che ha pure fatto film più particolari, variando molto sul genere) Dolph Lundgren (l’iconico Ivan Drago di «Io ti spiezzo in due») e la lista potrebbe continuare davvero all’infinito. Il periodo di maggior gloria è stato quello degli anni ’80, e Danko si inserisce bene nel discorso, nonché in un altro più politico, legato al gelo tra Russia e America e alla Perestrojka.

La trama del film, piuttosto semplice e lineare, è quella del criminale in fuga dopo aver ucciso una persona cara al poliziotto, con qualche variazione sul tema: Ivan Danko, nel tentativo di acciuffare Viktor, ne uccide il fratello. Viktor risponde uccidendo il collega dell’ufficiale e fugge. Viene catturato in America, Danko arriva per estradarlo ma Viktor evade grazie ad alcuni complici sul suolo americano, e da lì l’azione si sposta su due fronti, America e Unione Sovietica.

Annunci

Tra realtà e finzione, la pellicola si muove sul gelo America-Russia, sull’asse della Perestrojka e in generale sulla situazione politica che avrebbe portato un anno dopo, nel 1989, alla caduta di quel simbolo indelebile che è stato il muro di Berlino. Non a caso la scelta dei personaggi vede un buono nelle vesti del russo, cosa poco comune nei film americani del periodo (ho già nominato Ivan Drago, pugile assassino di Rocky 4, e la sua frase più rappresentativa), ma il russo, seppur proveniente da uno stato confinante e non dal cuore sovietico, rappresenta ancora il cattivo.

E se si esce dalla finzione, gli aneddoti sul film lo rendono a suo modo storico: sapevate che Danko è il primo lavoro con delle scene girate veramente nella piazza Rossa a Mosca dalla Perestrojka? Danko, Arnold Schwarzenegger, non attori più quotati per la critica e plurivincitori del premio Oscar. Lo dico con un certo orgoglio, da amante del genere dei film d’azione. E con il protagonista c’erano ovviamente americani, quelli della troupe oltre agli attori “di contorno”. Un momento storico grazie alla magia dell’arte cinematografica.

Altra curiosità legata al film è quella sul peso di Schwarzenegger e Belushi: al primo fu chiesto di perdere quasi 5 chili perché troppo muscoloso, al secondo di aumentarne 5 perché troppo mingherlino. La preistoria dei cambi di peso di Christian Bale, in pratica. Ultima, un po’ meno felice, è che, anni prima di Brandon Lee morto sul set de Il corvo, sul set di Danko è morto uno stuntman di 55 anni, Bennie E. Dobbins, di infarto. Fatale per lui lo sforzo del combattimento sulla neve, con tanto di temperature gelide.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: