Il connubio tra cinema e cibo è sempre stato florido. L’arte del grande schermo non ha ignorato il richiamo di quanto una scena iconica a tavola possa dare profondità a una pellicola, anche perché è un momento in cui tutti possono identificarsi.

di Paolo Merenda

Se, ad esempio, non tutti si riconoscono nel cowboy Trinità mentre si fa valere a colpi di pistola, con relativa precisione millimetrica a grande distanza, un numero maggiore di spettatori si rivede nell’uomo affamato che si ferma in una locanda dopo aver attraversato il deserto.

Tra l’altro, proprio la scena di Terence Hill alle prese con una padella di fagioli ha un particolare retroscena. Ma andiamo a vedere 9 esempi, tra quello e otto altri, in cui il cibo prende possesso dell’inquadratura.

La frittatona di cipolla (Il secondo tragico Fantozzi)

“Fantozzi aveva un programma formidabile: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero”. Chiunque sia avvezzo al mondo dello sfortunato ragioniere Ugo Fantozzi conosce questa frase tratta dal film Il secondo tragico Fantozzi, del 1976. Peraltro questi film sono come la matrioska, da una scena nasce l’altra: difatti alla fine della clip che trovate qui sotto, potrete capire come la lunga parte successiva sarà quella, altrettanto celebre, della corazzata Kotiomkin.

Non è certo l’unica volta in cui Fantozzi, interpretato dall’istrionico Paolo Villaggio, affronta il tema del cibo. Basti pensare alle polpette di Bavaria del dottor Birkenmeier (ricorderete l’esclamazione “Tu mancia!”) o la cena nella villa della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare (quella del pomodoro freddo all’esterno e bollente all’interno).

Gli spaghetti di Alberto Sordi (Un americano a Roma)

Direttamente dal 1954 arriva il film Un americano a Roma, tra quelli che hanno fatto conoscere Alberto Sordi non solo all’Italia ma al mondo intero. Il protagonista, Ferdinando Mericoni detto Nando, affascinato dal mondo statunitense, cerca di portare l’America che sogna nella sua tranquilla vita romana. Ma ogni tanto il romanesco verace che è davvero esce fuori, come in questa scena, in cui i “maccaroni” lo provocano con la loro bontà, rispetto alle ricette americane.

Il ballo degli spaghetti, da Miseria e nobiltà

Restiamo al 1954, con Miseria e nobiltà, tratto dall’omonima opera teatrale di Edoardo Scarpetta, datata addirittura 1888. Ci sono alcune scene legate al cibo, ma la più importante è senz’altro quella in cui un misterioso cuoco porta nella modesta casa di Felice Sciosciammocca tante prelibatezze. Lui e gli altri si avventano, affamatissimi, e con gli spaghetti danno vita a uno sketch dalla forte carica ironica.

Continuiamo così, con Bianca di Nanni Moretti

Non ci spostiamo dall’Italia, non a caso patria del buon cibo, con Bianca del 1984, di e con Nanni Moretti. L’attore e regista, con trovate sempre originali e al passo coi tempi (da Ecce Bombo a Il Caimano, per citarne due), dà spazio a scene che sono quasi monologhi, in cui dice la sua, con ironia, sul mondo che lo circonda. La scena della Mont Blanc, con la Sacher Torte ad aleggiare nel discorso, è entrata nell’immaginario collettivo.

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The Blues Brothers nella sofisticata ma accogliente locanda

La storia del film The Blues Brothers, del 1980, è semplice: i fratelli Blues, Jake “Joliet” (John Belushi) ed Elwood (Dan Aykroyd), decidono di rimettere su il vecchio gruppo musicale, The Blues Brothers Band, dopo che Jake esce dal carcere. Ma i vecchi membri non ne hanno intenzione, ormai incanalati in una vita ordinaria e lontana dagli eccessi musicali. Tocca ai due fratelli andare da ognuno di loro e convincerli, con le buone o le cattive. In questo caso, con trovate comiche che mostrano perché questo film è leggendario.

I fagioli di Terence Hill ne Lo chiamavano Trinità

Dal 1970 arriva intatto fino a noi Lo chiamavano Trinità, film ambientato nel vecchio west con l’indimenticabile coppia Bud Spencer e Terence Hill (insieme, hanno girato quasi 20 film). Il temibile Trinità (Terence Hill), detto “la mano destra del Diavolo” per la sua velocità con la pistola, arriva in un paese dove trova come sceriffo Bambino (Bud Spencer), “la mano sinistra del Diavolo”, suo fratello. I due cowboy dediti a reati di piccolo conto si mettono dalla parte dei Mormoni per salvarli da un grave pericolo, scoprendo la loro parte dolce e buona.

Sono stato indeciso se inserire in quest’articolo la scena di birra e salsicce, da Altrimenti ci arrabbiamo, in cui ci sono entrambi, ma alla fine ho optato per la prima scena di questo lavoro, in cui Trinità arriva in una locanda, affamato, e mangia un’intera padella di fagioli. Lo stesso Hill ha affermato in interviste successive di essersi preparato alla scena digiunando per quasi due giorni, e mangiando sul serio, in un’unica scena, tutti quei fagioli e quel pane.

Quello che ha preso la signorina (Harry, ti presento Sally)

Harry, ti presento Sally, film del 1989 con Billy Crystal (Harry) e Meg Ryan (Sally), porta sullo schermo il topos dei due amici che, pian piano e dopo forti resistenze, capiscono di essere innamorati. Tutta la pellicola gira intorno al rapporto conflittuale tra lui e lei, che nasconde la lotta interiore prima di arrendersi all’amore. La scena in cui si parla di cibo, famosissima, nasce dal fatto che Harry dice di saper riconoscere un orgasmo finto, e Sally lo “punisce” simulandone uno in mezzo al locale. Tutto si chiude con un’anziana signora che chiede “quello che ha preso la signorina”, dato l’effetto che fa. La signora in questione è la vera madre del regista Rob Reiner, Estelle.

Mangiare fino a morire, ne La grande abbuffata

Chiudiamo con questo e il prossimo film, non strettamente legati a una scena iconica, ma a un’idea che serpeggia lungo tutta la storia, il cibo e mangiare. La grande abbuffata, del 1973, raccoglie quattro mostri sacri come Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret e Michel Piccoli. I quattro, delusi dalla vita, decidono di rinchiudersi in una tenuta e mangiare fino a morire. Chiamano con sé anche delle prostitute, per dedicarsi al sesso oltre che al cibo. Ma poi incontrano una maestra, Andrea (interpretata da Andréa Ferréol), che a differenza delle altre donne del film non fuggirà via e anzi li aiuterà a raggiungere il loro scopo.

Il buco, nell’anima e nello stomaco

Ho già parlato del film spagnolo del 2019 Il buco, una forte denuncia sociale nei confronti del consumismo sfrenato: una delle chiavi di lettura della pellicola è che nessuno patirebbe la fame se tutti mangiassero solo quello che gli tocca.

I fatti accadono in una claustrofobica struttura di tipo carcerario, dove i condannati possono scegliere di andare per non finire dietro le sbarre, diciamo, classiche. Una piattaforma piena di cibo scende dal primo all’ultimo piano dove sono reclusi gli uomini e le donne, dando vita a scene che sono interrogativi sulla deriva verso cui si muove la società odierna. Nel video, ad esempio, la miseria umana si mostra in tutta la sua forza.

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