La prima volta che sono stato al Salento Rainbow Film Fest di Lecce – che alla sua prima edizione aveva un altro nome – ho provato una fortissima emozione, per due ragioni. 

La prima: poco tempo prima avevo realizzato un’intervista al regista Giovanni Minerba, co-fondatore del festival del cinema a tematica Lgbt di Torino “Da Sodoma a Hollywood”, per l’uscita del fumetto Negli occhi il cinema, nelle mani l’amore, che raccontava del sodalizio sentimentale e artistico con il compianto Ottavio Mario Mai. E andando al festival di Lecce avrei incontrato per la prima volta Giovanni, che è originario del Salento.

La seconda: sono intervenuto alla primissima proiezione dedicata agli studenti delle scuole superiori. Proiettarono un film che mi è entrato profondamente nel cuore, Il rosa nudo di Giovanni Coda. Il rosa nudo è un film particolare per via della sua struttura narrativa: il tema è quello dell’omocausto, cioè della strage di persone Lgbtqai* perpetrata dai nazisti nei campi di concentramento (ma non solo) e viene trattato con l’inserzione di parti liriche portate sullo schermo da drag queen in bianco e nero. L’effetto che fa vedere questo film è incredibile: tutti abbiamo letto e studiato che c’è stato un omocausto, ma forse non tutti riusciamo a comprendere la misura della crudeltà. Il rosa nudo è un film crudo, che mi ha commosso fino alle lacrime e non c’è niente di meglio di una sala cinematografica al buio per piangere, per riappacificarsi con il proprio lato umano, quello che ci ricorda che non siamo nati per soffrire per mano di un altra persona.

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Dopo quella prima edizione del Salento Rainbow Film Fest, ci sono tornato più volte, scoprendo via via nuove sezioni, mostre, approfondimenti. Ho conosciuto tante persone meravigliose sia tra gli organizzatori sia tra gli ospiti (anche in eventi collaterali durante il resto dell’anno), come per esempio Gianfranca Saracino di Agedo Lecce, o Mario Artiaco, che ha scritto Io, Lauro e le rose, romanzo che racconta la storia vera del suo miglior amico, omosessuale molestato stuprato da bambino solo perché gay e ucciso da un brutto male.

Foto di Alessia Rollo

Come ogni anno, il Salento Rainbow Film Fest tornerà a Lecce, come sempre tra gli spazi delle Manifatture Knos e del Cinelab Bertolucci. Tra i tanti film e gli approfondimenti del fitto programma, ci sarà anche e soprattutto una mostra dal titolo Queer è ora, che ha tradotto in immagini l’arcobaleno del mondo Lgbtqai* anche attraverso dei volti che mi sono noti da vicino. La mostra è prodotta da prodotta in collaborazione con le Manifatture Knos e Apulia Film Commission ed è visitabile fino al 14 marzo ogni giorno dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 23 con ingresso gratuito.

«“Queer è Ora” è un progetto fotografico realizzato dalla fotografa concettuale Alessia Rollo – si legge nel comunicato – ideato e prodotto dal Salento Rainbow Film Fest assieme all’associazione culturale Transparent. La mostra indaga i significati e le sfumature della parola Queer, termine inglese nato come  insulto nei confronti delle persone omosessuali; nel corso degli anni l’espressione dispregiativa ha subito un processo di riappropriazione da parte della comunità Lgbtqai*, che lo ha trasformato in un termine leggero, fluido e armonioso. Il progetto ha coinvolto un gruppo di persone della comunità arcobaleno pugliese che si è confrontato con sette parole chiave di altrettanti stati emotivi scelti come traccia per tratteggiare l’essenza dell’animo queer. Ferite, Fuga, Respiro, Orgoglio, Esagerazione, Elevazione, Esplosione, sono parole emblematiche con le quali ogni persona può trovarsi a fare i conti nel percorso di ricerca della propria identità e nel tentativo di liberarsi e innalzarsi al di sopra dei propri limiti, delle proprie paure e delle costrizioni sociali. La mostra è un inno alla leggerezza e al benessere: un mosaico di storie che restituisce il senso di pace che riesce a trasmettere la conquista di amarsi come si è. Liberi. Qui e ora».

Foto di Alessia Rollo – Orgoglio

Dopo le anticipazioni di febbraio, il Salento Rainbow Film Fest proseguirà con molte attività dal 7 al 9 maggio 2020. È la sua sesta edizione e io vi consiglio di non perdervela. Mi auguro che, come ogni anno, ci sia il banchetto dei libri, tra cui molte interessanti e deliziose pubblicazioni per bambini. Lì ho comprato, per esempio, Il bell’anatroccolo, che parla di un anatroccolo particolarmente glamour che non vuole giocare a baseball ne fare attività “da maschi” come invece vorrebbe suo padre.

(Lo sottolineiamo ancora: le foto in questa pagina sono di Alessia Rollo e fanno parte della mostra Queer è ora. Che aspettate ad andare a visitarla? Vi assicuriamo che di persona sono molto più emozionanti.)

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