Il 5 aprile si terrà la trentaseiesima edizione di Wrestlemania.

di Paolo Merenda

È l’unica cosa che non è cambiata nel turbinio di eventi e notizie susseguitesi per giorni, dovute all’emergenza mondiale di Coronavirus che sta tenendo tutti in casa. Però per la prima volta non si terrà in una sola sera, e nemmeno sarà in diretta.

UPDATE: Dopo le defezioni degli ultimi giorni di Rey Misteryo e The Miz, tenuti precauzionalmente a riposo per aver avuto sintomi influenzali, arriva la defezione anche di Roman Reigns, che ha deciso di non esibirsi per non rischiare la propria salute. L’atleta samoano, cugino di The Rock, che doveva essere in uno degli incontri di cartello, nella sua vita ha avuto infatti due volte la leucemia, quindi ha deciso di prendersi una pausa. Pertanto, non sarà a Wrestlemania, a differenza di quanto indicato nel prosieguo di questo articolo.

Tutto sembrava confermato fino al 13 marzo, quando i problemi legati al virus scoperto per la prima volta a Wuhan si sono fatti sentire sempre di più in America, portando il presidente Donald Trump a dichiarare l’emergenza nazionale. Nell’arco di pochi giorni, compagnie di wrestling (e ovviamente di altri sport) hanno man mano annullato eventi, oltre quelli già rimandati nelle settimane precedenti. Giusto per fare due esempi, annullati gli spettacoli della NJPW (quella in cui ha lottato l’Uomo Tigre da cui è stato tratto il celebre anime) e quelli della NWA, federazione storica seppur ridimensionata negli ultimi anni (l’attuale proprietario è Billy Corgan, già cantante degli Smashing Pumpkins). La AAA, di primo piano in Messico, dopo aver già rimandato Rey de Reyes (il loro evento annuale più importante), ha sospeso tutti gli show.

La WWE, nonostante abbia tentato di lasciare l’evento a Tampa, dove erano stati già venduti 70.000 biglietti circa, ha dovuto capitolare dopo il veto sui voli dall’Europa in America (molti fan già con biglietto acquistato da mesi sono europei) e che il commissario della contea di Hillsborough, di cui è capoluogo appunto Tampa, ha rilasciato un comunicato in cui affermava sostanzialmente che o la WWE avrebbe annullato l’evento o l’avrebbe proibito lui stesso, non essendo sicuro mettere decine di migliaia di persone in un palazzetto, ora come ora. Quindi, la WWE, quattro giorni dopo, ha dovuto spostare tutto alla sua palestra d’allenamento, il Performance Center a Orlando, in Florida, oltre a disputare Wrestlemania 36 a porte chiuse, non in diretta, per la prima volta nella storia. Difatti, essendo sempre in agguato peggioramenti che potrebbero far annullare l’evento in toto, verrà per sicurezza registrato già il 25 e 26 marzo, col rischio di trovare online spoiler ben prima della messa in onda. Per dare brio a un evento che in tal modo ne ha perso molto, sempre per la prima volta nella storia la spalmerà in due sere, il 4 e il 5. È come se i Rolling Stones dovessero fare il concerto dell’anno in uno stadio gremito, ma venisse annullato e lo facessero lo stesso nella loro sala di registrazione, distante 130-140 chilometri, con solo due o tre telecamere a registrare il tutto.

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Peccato per questi cambi di piani dovuti al Coronavirus e che ha creato controversia tra gli stessi fan, con una parte disposta ad aspettare la fine della crisi pur di vedersi dal vivo «the grandest stage of them all», come viene talvolta definita, e un’altra parte a cui va bene purché si faccia. Difatti la card è davvero piena, con un ritorno di John Cena e Undertaker, che la scorsa Wrestlemania per altri impegni avevano dato forfait, e tanto altro. Undertaker, come detto, torna a 54 anni per uno dei suoi ormai rari incontri, contro di lui Aj Styles, il cui soprannome è «phenomenal» non a caso. L’età non verdissima di Undertaker viene compensata dalla gigantesca esperienza, e contro di lui Aj Styles, che riuscirebbe a creare un buon match anche contro atleti alle prime armi. Ritorna anche John Cena, in una rara pausa tra un film e l’altro, e va contro di lui Bray Wyatt in versione demone. La storia recente della WWE contro il presente e futuro. Lo spettacolo dei due, seppur purtroppo senza pubblico in sala, sarà apprezzato da quelli a casa, date le caratteristiche dipinte sui due personaggi che portano in scena.

Diversi nomi di spicco sono coinvolti, ma con l’evento in due sere, sotto i riflettori andranno i quattro incontri per i titoli che vedono coinvolti gli atleti principali. Cominciamo da Becky Lynch vs. Shayna Baszler per il RAW Women’s Championship detenuto da Lynch, e Rhea Ripley vs. Charlotte Flair per l’NXT Women’s Championship adesso alla vita di Ripley. In entrambi i casi, due certezze, Becky Lynch e Charlotte Flair, che con Ronda Rousey lo scorso anno erano nel primo storico main event femminile di Wrestlemania 35, contro due outsider toste e dallo stile rude. Non saranno semplici incontri femminili, ma delle contese senza esclusione di colpi, e che mostreranno che il wrestling, come altri sport, non sono appannaggio di soli uomini.

Quest’anno hanno avuto precedenza i big man o atleti dalle forti capacità recitative, a differenza di altri anni in cui wrestler magari piccoli, per modo di dire, ma più atletici avevano spazio maggiore. Non deve stupire che negli incontri titolati maschili ci attendano Bill Goldberg vs. Roman Reigns, per il WWE Universal Championship detenuto da Goldberg, e Brock Lesnar vs. Drew McIntyre per il WWE Championship. I quattro sono in media 130 chili e 1 metro e 90 ciascuno, ma nonostante la mole ci si attende, oltre a mosse di potenza, di sicuro impatto, quelle che sente dolore lo spettatore a casa al posto loro, anche velocità e agilità. L’eterno Bill Goldberg e Reigns sono forse più potenti che agili, ma Lesnar e McIntyre hanno maggiori frecce al loro arco, quanto ad agilità e velocità. Credo che il main event andrà a questi ultimi due, ma tutto l’evento sarà da vedere, stadio gremito o no.

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