Fenomenologia dei PJ Masks, come un cartone animato è diventato, giustamente, un fenomeno di costume.

di Paolo Merenda

Alcune volte un prodotto lanciato sul mercato o un evento sono forieri di un nuovo fenomeno globale. È il caso, ad esempio, di 50 Sfumature di Grigio, primo libro di una fortunata serie, o il ritorno sulle scene di un gruppo famoso dopo un lungo periodo di inattività. Ciò è stato in parte intuibile coi Superpigiamini, cartone animato che va in onda in Italia su Ray Yoyo (ma anche su Netflix), e destinato a un pubblico di bambini dall’età prescolare fino a 6-7 anni.

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In parte, appunto, perché il fenomeno PJ Masks è cresciuto pian piano dal 2015 a oggi. Proprio nel 2015 è stata rilasciata la prima stagione di 26 episodi, con i loro creatori, Entertainment One, Frog Box e TeamTO, che si sono basati sulla serie di libri Les Pyjamasques di Romuald Racioppo. Da allora, altre due stagioni, la terza in lavorazione, e un merchandise sempre più poderoso.

I colori e le caratteristiche dei personaggi si prestano bene a giochi e altro: infatti i tre eroi, tre bambini di sette anni, Connor, Amaya e Greg, di notte per «salvare la situazione» dai pericoli più vari, si trasformano rispettivamente in Gattoboy (dalla tuta di un azzurro acceso), Gufetta (in total red) e Geco (in verde), riunendosi nel quartier generale, uno degli emblemi del cartone animato, e diventato tra i giochi più venduti. I loro avversari, a partire dal cattivo Romeo, piccolo scienziato pazzo che si accompagna a un robot sferico e molto caratteristico, si prestano altrettanto bene alla produzione di giochi e immagini su superfici varie. Lunetta, altra cattiva, sembra fatta apposta per una statuetta per bambini, con il suo Luna Board e il Luna Magnete, così pure il Ninja della Notte, grazie agli aiutanti, i Mini Ninja. Nella seconda stagione si aggiungono, ai buoni, Armadylan, e ai cattivi i Lupetti, ancor più variopinti e strutturati per un passaggio da cartoni a pupazzi per i più piccoli.

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Una ricetta che cerca di non lasciare nulla al caso, a partire dai veicoli che usano per spostarsi. I primi giochi sono stati cuscini morbidi con le fattezze di Gattoboy, Gufetta e Geco, per poi passare ai pupazzi e arrivare man mano al quartier generale, il sogno di molti bambini. Con la seconda stagione, i nuovi personaggi non sono stati da meno, e ormai si può organizzare una festa di compleanno a tema pigiamini con tutto ciò che serve: piatti, bicchieri, fazzoletti, tovaglie, palloncini, regali a tema da parte degli invitati, e stampi per torte specifiche. Lo stesso si può dire del materiale per la scuola, per abiti o l’occorrente per il bagnetto. A Carnevale sono in vendita tutti i costumi del cartone, e per far avvicinare un bimbo piccolo a bere dal bicchiere, si può optare ad esempio per una tazza di plastica rigida con i tre eroi sorridenti stampati sopra. Il risultato è assicurato, e non si rovina lavandola, posso dirlo per esperienza diretta.

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Mi fa piacere che venga curato un aspetto molto importante, la multietnicità: Connor è ispanico, Amaya asiatica, Greg caucasico, e il maestro della loro scuola, uno dei personaggi ricorrenti di qualità, africano. Rispecchia così le classi attuali, con una commistione di etnie e culture che il bambino deve comprendere anche attraverso i cartoni. Un altro aspetto molto positivo è il cambio tra prima e seconda stagione, con storie sempre più mature e, nella seconda stagione, a volte divise in due puntate, come per voler far crescere con loro i bambini, tenendo fresco il prodotto. Da un punto di vista didattico (e la televisione può essere didattica) aumenta anche la soglia d’attenzione del giovanissimo pubblico.

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Ce n’è anche per i più grandi: se un bimbo vede la tv, può capitare che lo facciano anche i genitori. E quindi è facile l’accostamento tra i PJ Masks e vecchi cartoni, cari a noi adulti, come Yattaman e Superkid. La struttura delle loro avventure ricalca il primo, storico cartone giapponese, mentre per disegnare e caratterizzare i pigiamini si è attinto a piene mani dai Superkid. E sono solo i primi due omaggi che balzano all’occhio, perché la loro complessità nasconde molto altro, che viene rivelato di volta in volta.

Infine, se si dice a un bambino che indosserà il superpigiamino, andrà a dormire molto più facilmente, per la gioia di mamma e papà.

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