Si sono aperti nuovi scenari nella vicenda di Maddie McCann, ma intanto noi ci rivediamo il documentario su Netflix.
Questa mattina, aprendo GoogleNews, non mi è sfuggito di leggere i nuovi scenari relativi all’inchiesta sul rapimento e la sparizione di Maddie McCann. Sono passati 13 anni: questo significa che la bimba, se fosse ancora viva (cosa che spero), avrebbe 17 anni. In questi anni, la vicenda è tornata alla ribalta più volte nelle cronache, tra sviluppi, nuove piste e mitomani che affermano di essere la bambina.
Ma se volete capire, se volete davvero capire cosa sia successo in questi anni, dovete guardare La scomparsa di Maddie McCann su Netflix. Si tratta di una miniserie autoconclusiva in 8 puntate che spiega, passo dopo passo, come la bimba sia sparita, quali siano stati i primi passi della polizia portoghese, quali siano stati i primi sospetti, come mai sia stato dato tanto seguito alla pista che portava ai genitori della bambina Jerry e Kate, e soprattutto perché questa storia continui ancora ad affascinare.
Maddie McCann è infatti stata rapita il 3 maggio 2007, mentre dormiva all’interno di un lussuoso resort a Praia da Luz in Portogallo. All’inizio, la comparsa è stata in un certo senso “sottovalutata” dalla polizia portoghese: lo diciamo tra virgolette per una ragione semplicissima e cioè che in quella nazione la sparizione di una persona non individua immediatamente un presunto crimine. E questo ci porta già a uno degli aspetti più interessanti dal punto di vista giornalistico, cioè lo scontro culturale tra il modo di fare portoghese e quello britannico, dato che la famiglia McCann proviene dal Regno Unito. Fateci attenzione, le discrepanze culturali permeano l’intera storia e hanno influenzato non poco l’opinione pubblica, talvolta in senso negativo – per esempio, nel caso in cui la madre sia stata accusata di omicidio, perché ritenuta «troppo fredda».
Il sospetto sui genitori di Maddie è uno dei punti più oscuri della vicenda investigativa. A un certo punto dell’inchiesta infatti, sono entrati in gioco i cani molecolari, che hanno sentito odore di cadavere nella casa delle vacanze, in particolare sull’orsetto rosa di Maddie, e nei pressi dell’automobile presa in affitto dai McCann. Ma a parte questo, neppure l’esame del Dna – che è fortemente probante – ha dato esito di conferma.
Certo, non voglio dire che è impossibile che alcuni genitori facciano del male ai propri figli, anche molto piccoli. C’è un precedente celebre, quello di JonBenet Ramsey – anche quello in un documentario Netflix molto particolare, Casting JonBenet, in cui l’intera famiglia fu a lungo sotto indagine, ma ancora non esiste una soluzione per quell’orribile crimine. Mi immedesimo però in Kate: immaginatela in quei giorni convulsi. Le sparisce una figlia, una bambina che credeva al sicuro. Dopo di che, dopo un primo sospettato, le indagini si rivolgono su di lei, tanto che nel documentario si parla appunto di come questa donna abbia subito il danno e la beffa. Kate e Jerry non furono solo incriminati, ma insultati su vari livelli, perché creduti realmente colpevoli a un certo punto.
Una delle cose che voglio spiegare e che, secondo me, non è stata spiegata bene nelle cronache italiane che riportano la storia, è che i McCann si sentivano al sicuro a lasciare i bambini da soli a dormire nella camera del resort e andarli a controllare di tanto in tanto come stessero. È intanto probabilmente dovuta a una questione culturale, ma non si tratta solo di questo. Un resort di quel tipo, molto lussuoso, anche se non utilizzi il servizio babysitting, era ritenuto fino a quel momento uno dei posti più sicuri al mondo. Perché ci sono sempre persone in giro, si finisce per conoscersi, per controllarsi a vicenda. I McCann erano sicuri che i loro bambini avessero tutta la protezione necessaria: se si fossero svegliati e usciti dalla stanza, qualcuno li avrebbe visti e aiutati a ritornare dai loro genitori. Certo, ora la percezione è molto diversa, ma nel 2007 non era così. Non per alcune culture soprattutto.
Il documentario Netflix è decisamente avvincente e interessante, ma c’è una ragione – e nella miniserie viene spiegata bene – per cui ancora siamo in ansia per Maddie McCann, per cui ancora oggi speriamo che una buona notizia dia sollievo ai genitori. È l’immedesimazione che porta a fare questo. Quante persone si saranno riviste in Kate e Jerry? Quante persone avranno rivisto le loro abitudini nei confronti dei figli dopo il rapimento della bimba?