Il 27 giugno verrà rilasciata su Netflix la terza e ultima stagione di Dark. Cosa dobbiamo aspettarci da questa ottima serie tv tedesca?

di Paolo Merenda

Risposta breve: qualcosa che se non viene seguito per bene risulta un miscuglio di date, personaggi a varie età, eventi collegati in modi cervellotici e chi più ne ha più ne metta. E ora la risposta lunga.

Guardando e seguendo con attenzione gli eventi, Dark è un capolavoro di incastri temporali. Basterebbe un niente per mandare a peripatetiche la trama, invece i due creatori Baran bo Odar e Jantje Friese stanno riuscendo nell’impresa di collegare tutto, come se avessero avuto l’idea intera a partire dalla fine, e da lì abbiano scritto le puntate andando a ritroso. La genealogia delle famiglie è un esempio di quanto nulla sia lasciato al caso, con incroci studiati e che maturano nel corso delle puntate.

Tutto si svolge a Winden, cittadina tedesca autosufficiente grazie a qualche negozio, un forte senso di comunità e al lavoro offerto dalla centrale nucleare locale, gestita da Claudia Tiedemann prima e Aleksander Tiedemann poi. All’interno di essa, a seguito forse di un esperimento andato male (viene citato anche il disastro di Chernobyl a un certo punto) si crea la “particella di Dio”, un paradosso che permette di viaggiare nel tempo, e al contempo le gallerie scavate sotto la città, dei cunicoli a dirla tutta, hanno la stessa caratteristica. Le quattro famiglie principali, ovvero Kahnwald, Nielsen, Doppler e Tiedemann, si avvicendano nei viaggi nel tempo e nelle scoperte su cosa sia realmente quel posto, tra misteriose sparizioni di bambini che vengono trovati, vivi o morti, in altri quando. Il protagonista, Jonas Kahnwald, è quello che viaggia, e scopre, di più: ciclicamente, ogni 33 anni, si torna al punto 0 perché tutto accada di nuovo, ancora e ancora. Tanto che un Jonas ormai vecchio e pazzo crea la conclave segreta Sic Mundus, con base nel 1921, e si fa chiamare Adam. Sic mundus creatus est, così il mondo è stato creato, recita il loro motto, e Winden è il mondo intero per loro, non è stato mostrato nulla fuori dai confini comunali. Si scoprirà il motivo nella terza stagione?

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Intanto si dovrà fare i conti con ben 5 realtà temporali: 1921, 1953, 1986, 2019, 2052 (la prima introdotta nella seconda stagione, le altre presenti fin dalla prima), ma gli istanti finali della seconda stagione fanno riferimento non a una sesta realtà temporale, ma a un nuovo mondo ancora. Noah e Claudia Tiedemann, i due antagonisti, hanno i contorni sempre più sfumati: chi è il buono e chi il cattivo? Dal trailer sulla terza stagione, i dubbi si fanno ancora più fitti.

Il senso della serie tv distribuita da Netflix è in uno degli incontri con H.G. Tannhaus, studioso del tempo, autore di un libro sull’argomento, e creatore della macchina del tempo utilizzata dai personaggi, insieme alle gallerie e alla particella, che porta avanti o indietro nel tempo in epoche diverse. Il libro che ha scritto gli viene portato da Claudia del futuro, prima che lui lo scriva: si trova tra le mani qualcosa che non ha ancora ideato, ma che è già stato pubblicato. Lo stesso vale per la macchina del tempo, che a quanto pare è stata creata da Tannhaus stesso: Claudia Tiedemann gli porta il progetto per costruirla, ma lui non ha idea di cosa sia. Ci si mette ugualmente, ma la macchina non funziona fin quando Jonas gliene porta una terminata, sempre da Tannhaus, ma che è rotta. Confrontando il suo lavoro parziale e quello finito che ha tra le mani Jonas, unito a un fortuito telefonino del 2019 dimenticato nel 1953 da Ulrich Nielsen, capisce cosa non va. In pratica, a parte qualche intuizione casuale, non ha creato nulla, ma al contempo ha creato tutto. Chi ha fatto cosa? E la sua riflessione è il senso del telefilm:

«Il passato influenza il futuro, ma è anche il futuro a influenzare il passato».

Una riflessione che va oltre il senso stretto dei viaggi nel tempo di Dark, perché il passato ci rende ciò che siamo e ci fa compiere determinate scelte, ma la paura o l’eccitazione nei confronti di cambiamenti futuri al contempo le può alterare.

Ne emerge, come detto, una serie tv tra le migliori prodotte in Europa, e in cui anche le date di rilascio non sono casuali. La prima stagione, lanciata l’1 dicembre 2017, si apre con il suicidio di Michael Kahnwald datato 21 giugno 2019, ovvero la data di rilascio della seconda stagione. Nella seconda stagione, viene indicato il 27 giugno 2020 come inizio dell’apocalisse, e quel giorno verrà lanciata appunto la terza e ultima stagione. Quando anche i particolari sono così ben curati, non resta che aspettare e godersi lo spettacolo.

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