Paolo Villaggio è stato uno degli intellettuali più lucidi della nostra contemporaneità: la sua è un’eredità culturale vasta e composita.

Tre anni fa ci lasciava Paolo Villaggio. Ora, qualcuno storcerà il naso per quello che sto per dire, ma quello che molti conoscevano come comico è stato in realtà un intellettuale lucido, lungimirante. Non fatevi ingannare da alcune uscite che hanno preceduto gli anni della morte: non sapremo mai se non fossero in realtà provocazioni di tipo politico: Villaggio era così intelligente da costituire ancora oggi, in parte, un mistero. Perché forse nessuno ha afferrato ancora, completamente, il suo acume. Personalmente credo che lui avesse capito tutto, anche quello che sarebbe accaduto dopo la sua morte.

In quanto a politica, Villaggio è stato un uomo coerente con il suo vissuto e con ciò che ha raccontato attraverso i suoi libri e i suoi film. E qualche volta si è esposto in prima persona, come in questo spot, asciutto e interessante sul piano autobiografico, realizzato per Democrazia proletaria.

In questo spot, Villaggio parla di un dettaglio fondamentale per capire le sue opere, che si sono basate sull’osservazione dei fatti – fondamentale per capire la china e la deriva di ciò che sarebbe accaduto dopo. Il comico e scrittore lavorò infatti all’Italsider di Genova e questo gli diede l’impulso per creare quello che forse è il suo personaggio più celebre, il ragionier Ugo Fantozzi.

La genialità parte anche nel titolo (e nei titoli): Fantozzi è ragioniere, è un uomo medio in una società che avallava la mediocrità (e la avalla ancora, sempre di più), a cominciare dal suo titolo di studio. Ben altri sono i personaggi blasonati nel mondo di Fantozzi e si riconoscono dai titoli plurimi, come Farabutt di Gran Croc, Lup Mann, Figl di Putt, ma anche da nomi altisonanti come le varie contesse Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare o Guido Maria Riccardelli.

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Quest’ultimo è al centro di una celebre storyline nel primo Fantozzi. Guido Maria Riccardelli è uno dei dirigenti dell’azienda di Fantozzi, ed è un fissato degli albori del cinema che obbliga i dipendenti ad assurde maratone sul cinema espressionista. Villaggio ha raccontato che la storyline sia nata nei circoli di sinistra, dove in effetti, fino a neppure troppo tempo fa, continuavano a organizzarsi questi cineforum estenuanti. Ricordo di una serata in sezione, quando ancora non ero un’orfana della sinistra, in cui vedemmo un documentario bulgaro con sottotitoli in rumeno sull’attentato a Togliatti. Ancora me ne chiedo il perché. Penso che molte persone di sinistra si siano riviste, a turno, nelle storyline di Fantozzi, dal compagno Folagra alle lunghissime maratone di cinema espressionista russo. E se «anche il trattore ha il suo carattere», Villaggio non poté usare il vero nome del film di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, che diventa La corazzata Potëmkin di Serghei M. Einstein.

Se Fantozzi fosse una serie tv, nei dizionari di Matteo Marino e Claudio Gotti, ci sarebbe sicuramente un capitolo corposo in Vite parallele dedicato alla Coppa Cobram. Che, dai film di Fantozzi, è passata a diventare davvero una corsa ciclistica amatoriale, che nel tempo raduna moltissimi fan del ragioniere più amato d’Italia.

Ci sono molti personaggi che Villaggio ha portato al cinema e in tv. Tra i più celebri ricordiamo il professor Kranz e Fracchia. Quest’ultimo è stato protagonista di due film, anche se in uno dei due, Fracchia la belva umana, ammiriamo anche un grandissimo Lino Banfi, che ha saputo tenere la scena con le sue improvvisazioni. Come in questa storyline.

Villaggio è ricordato infine anche per la sua amicizia con il conterraneo Fabrizio De Andrè, per il quale scrisse i testi di alcuni brani. Questa che ascoltiamo è Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers: quando si parla del Medioevo, ci si riferisce a torto a un periodo buio della storia, costellato di violenze. Forse Villaggio avrebbe immaginato la deriva ignorante sul Medioevo che riscontriamo attualmente e decise di rinvigorire la forza boccaccesca del periodo storico. Ma questa, come si dice, è un’altra storia.

Io non lo so in cosa credesse Villaggio. In Fantozzi il Ritorno, c’è un bizzarro ritratto del Paradiso, oltre a un sacco di dettagli che mi hanno fatta sorridere perché così tanto aderenti all’oggi e pregni di critica. Se esiste un Aldilà, sono convinta che ora l’attore stia con il collega di sempre, Gigi Reder, e che, come Filini, questo l’abbia coinvolto in una tragica partita di pallone tra scapoli e ammogliati.

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