È uscito in questi mesi Ballata dell’usignolo e del serpente, prequel della fantastica saga degli Hunger Games di Suzanne Collins.

Immaginate un mondo in continua lotta. Immaginate una nazione divisa, e al suo interno l’assenza di una scala sociale o quasi. Ogni persona nasce, viene educata a seguire il mestiere dei propri genitori, finché non muore. In molti casi, nelle zone più povere, muore di malattie che nella capitale sono state debellate. Nella capitale c’è opulenza, si vomita per ricominciare ad abbuffarsi. Nelle zone più povere, anche del pane bruciato, rubato alle galline, diventa molto prezioso. Immaginate di non poter esprimere dissenso in nessun modo, neppure con una canzone, neppure pacificamente. Immaginate che una volta l’anno, i vostri figli minorenni siano buttati in un’arena. Immaginate che debbano lottare all’ultimo sangue, ripresi da telecamere.

È questo il futuro distopico che fa parte degli Hunger Games, saga young adult che ci ha appassionati anche se non siamo più young ma purtroppo siamo decisamente adult. Abbiamo visto il primo film, poi abbiamo letto i libri. E abbiamo guardato gli altri tre film e li abbiamo amati alla follia, soprattutto perché nel cast c’era Philip Seymour Hoffman. E quando è morto, con una scena particolare nel suo ultimo film postumo, ci siamo resi conto che ci mancava un gigante.

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Quando abbiamo finito di leggere i libri, ci siamo chiesti: è stato detto tutto di questa storia? Ci sono distopie che ti raccontano il modo in cui sono nate. The Handmaid’s Tale è una di queste: spiega esattamente come sia nata la dittatura di Gilead, come le persone hanno permesso che accadesse.

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Nella trilogia di Hunger Games si parla di una guerra civile, che ha portato alla costituzione dello stato di Panem, diviso in 12 distretti più Capitol City. I 12 distretti vengono sfruttati in base alle proprie risorse naturali, i cittadini vivono nel terrore. Ma perché c’è stata questa guerra civile? Ci sono delle backstory che vengono narrate – per esempio come abbia fatto a vincere i propri Hunger Games il mentore Haymitch Abernathy, che nel libro è decisamente meno sexy di Woody Harrelson. Così come sono ben chiare le backstory di Finnick Odair, Johanna Mason e Beetee. Si scoprono i metodi di Coriolanus Snow, il presidente Snow.

Ma come mai Snow è diventato presidente? Ha ereditato il suo ruolo all’interno di uno schema dittatoriale. Ballata dell’usignolo e del serpente racconta proprio la sua storia, di come è stato lui stesso un giovane mentore cui fu affidato il tributo femmina del Distretto 12 durante i decimi Hunger Games, un ruolo inaugurato proprio quell’edizione, e che a Capital City fu deciso per dare una ventata di novità a un gioco crudele. I mentori, scelti tra le famiglie più influenti di Panem, vennero messi in contatto con persone la cui sorte era segnata, per un nuovo inizio. Il prequel è infatti ambientato 64 anni prima della sua morte e ci fa scoprire il ruolo di Coriolanus Snow uomo, prima ancor che dittatore. In buona sostanza, questo romanzo dissipa molti dubbi e ha un ruolo sociale (oltre che letterario), perché ci spiega come avviene la costruzione dei dittatori.

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Perché bisognerebbe leggere i volumi di Suzanne Collins, anche se non si è più young? Questi libri parlano sicuramente di amore e romanticismo, però c’è soprattutto molto altro. Per moltissimo tempo non ci ho fatto caso che effettivamente Hunger Games parlasse di una storia d’amore tra due adolescenti: si tratta di romanzi che rinnovano o ampliano il nostro senso di giustizia. Tendiamo sempre più a leggere romanzi distopici perché si basano sulle storie della Storia già avvenute. Quando ce la insegnano a scuola, per quanto la materia ci appaia piacevole, la Storia non ha mai la stessa presa che ha con i romanzi distopici e i loro contatti con il presente. I romanzi distopici sono quindi ricordi passati sotto il filtro della fantasia, ricordi che però rappresentano un monito: guardatevi dai dittatori. E anche voi, aspiranti dittatori: i vostri predecessori non sono mai finiti bene.

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