Una poesia che racconta come mi vedo da “adulta”.

Immagino me stessa tra qualche anno
coperto di rughe il volto,
una sterlina a mo’ di spilla
come le gran signore,
sorseggiare martini davanti a caminetti accesi
giocando a burraco
con un’altra vecchia sfatta come me.

Immagino la mia faccia
segnata dall’esperienza e dal dolore,
i vecchi piercing hanno lasciato il posto
a ornamenti più degni di una borghesuccia
che beve a grandi sorsi 
un cuba libre da un bicchiere incrinato
perdendo a carte
i vecchi gioielli di famiglia.

Ma perché non essere
una mamma paziente
una compagna devota
soltanto?

Nessuna di queste immagini mi si addice.

Nel frattempo allora
toglierò le etichette
dai barattoli di marmellata
che ho già mangiato.

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