Marilyn Monroe è la diva del cinema americano che ricordiamo più di tutte: ecco perché.

Bellissima e fragile. Un talento straordinario, caleidoscopico, una voce da bambina che contrastava un fascino ammaliante da donna adulta. Marilyn Monroe è stata un’artista assoluta in mezzo a molte altre artiste di quel periodo, uno spettro di donne diversissime, spesso scomparse in circostanze tragiche: da Grace Kelly a Lana Turner, da Vivien Leigh a Audrey Hepburn. Certo, non a tutte è andata male, tanto alcune di queste attrici sono ancora in vita. Marylin no, è stata una di quei talenti la cui vita è bruciata in fretta anche per via di una forte sensibilità. Non a caso citiamo Marylin, spesso, insieme ad altri personaggi più recenti del mondo dello spettacolo, come Kurt Cobain e Philip Seymour Hoffman, che ci hanno mostrato come l’essere celebri possa determinare un grande travaglio interiore. La vita di Marilyn Monroe è stata senz’altro afflitta da numerose situazioni difficili.

Ma quello che ci piace celebrare di lei è qualcos’altro: il suo sorriso. Marilyn ha iniziato la sua carriera negli anni ’40. Il primo film in cui risulta accreditata è Dangerous Years del 1948. Dopo di sono susseguite le pellicole più disparate, anche se noi finiamo per ricordare Monroe per le commedie brillanti e i film d’autore. Tra questi, a ritroso, meritano di essere ricordati Gli spostati, A qualcuno piace caldo, Il principe e la ballerina, Fermata d’autobus, Quando la moglie è in vacanza, La magnifica preda, Come sposare un milionario, Gli uomini preferiscono le bionde e Niagara.

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Nella cultura pop, Marilyn è diventata un’icona assoluta e lo sarebbe stata anche se non avesse avuto una vita tragica. Probabilmente l’opera più celebre a lei ispirata è in una serie di dipinti di Andy Warhol. Ma a me piace ricordare anche l’omaggio che Madonna le fece nel video di Material Girl, che replica una celebre, folle scena di Gli uomini preferiscono le bionde.

Senza dimenticare che Marilyn Monroe è al centro di un biopic delizioso, che si intitola appunto Marilyn (il titolo originale è My Week with Marilyn). La storia ripercorre la lavorazione de Il principe e la ballerina, e naturalmente il viaggio di Marilyn nel Regno Unito, scortata per una settimana da una sorta di tuttofare che, com’è ovvio, ne resta incantato.  Come tutti, del resto. Marilyn è interpretata da una straordinaria Michelle Williams, che ha saputo ricreare la grazia di una grande attrice all’apice del suo successo.

Perché continuiamo a parlare di Marilyn, a celebrarla? Sicuramente la sua morte prematura ha avuto un’incidenza nel fenomeno, com’è accaduto ad altre star scomparse troppo giovani. Il fatto che lei abbia avvertito il peso e la responsabilità dell’essere celebre anche. Ma c’è qualcosa di più, di diverso. Marilyn ha incarnato il sogno: in un mondo che all’epoca era binario (e spesso in bianco e nero), gli uomini la desideravano e le donne desideravano essere lei. E oggi che il mondo non è più binario, Marilyn rappresenta un’icona anche per tutti i colori dell’arcobaleno.

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