Tra i film che hanno registrato una bassa percentuale su RottenTomatoes c’è Movie 43, che sfodera paradossalmente un parterre di artisti incredibili.
Esistono due versioni di Movie 43 (distribuito in Italia con il solito sfortunato titolo, Comic Movie). Be’, in realtà il titolo italiano riflette il fatto che la cornice per questi cortometraggi è molto differente rispetto a quella diffusa in alcuni altri Paesi del mondo, tra cui il Regno Unito. A mio avviso ci perde molto, tanto più che la pellicola, che ha totalizzato solo il 5% su RottenTomatoes, appare un bizzarro esperimento in cui attori assolutamente blasonati e di qualità si cimentano con tematiche assolutamente volgari e demenziali. In una versione la cornice racconta di uno sceneggiatore alle prese con uno script, nell’altra di una sorta di film maledetto, dal titolo appunto di Movie 43.
Nel cast figurano attori davvero considerevoli, come Richard Gere, Elizabeth Banks, Halle Berry, Anna Faris, Hugh Jackman, Justin Long, Emma Stone, Uma Thurman, Naomi Watts, Kate Winslet, Dennis Quaid, Chris Pratt, Seann William Scott. In un episodio tagliato, ci sarebbe stata anche Julianne Moore.
Le storie di questi corti sono il più politicamente scorretto che potete immaginare: due innamorati parlano della loro relazione al microfono di un supermercato rinfacciandosi le malattie sessualmente trasmissibili che si sono passati l’un l’altro, dei genitori alle prese con l’home schooling hanno esagerato con l’insegnamento delle esperienze sociali al figlio, una donna incontra durante un appuntamento al buio un uomo che ha dei testicoli al posto del pomo d’Adamo, un supereroe e una supereroina si conoscono durante uno speed date, una ragazzina ha il menarca a sorpresa scioccando tre maschi di età differenti, un’azienda che deve lanciare un iPod incorporato in una bambola gonfiabile, e così via.
Girato nel 2013, Movie 43 è in realtà molto piacevole e si lascia guardare, se non altro per vedere come questi attori abbiano affrontato ruoli così lontani dal cinema mainstream o di culto che essi incarnano. Anche Faris, Long e Scott, che di cinema demenziale ne sanno più di qualcosa, vengono coinvolti in trame portate al parossismo dell’assurdo. Perché in fondo il fine di questa pellicola è raccontare storie scioccanti, non tanto storie che facciano ridere. Eppure Movie 43 possiede una strana fascinazione, quella stessa che ci porta a pensare che forse, accanto a un cinema colto, a un cinema d’intrattenimento e a un cinema fatuo possa esistere anche un cinema che non racconta un bel niente, a parte un divertissement da parte di attori bravissimi che anche di fronte a un soggetto vuoto riescono a spiccare e non sfigurare.