Non so cosa io sbagli e ci sono sentimenti contrastanti in me: ho visto Kimmy Schmidt vs the Reverend e questo è quello che penso.
Come Black Mirror: Bandersnatch, anche la trama di Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs the Reverend prende le mosse dai libri game di quando eravamo bambini (qui in evidenza vedete la copia di Il mistero di Chimney Rock che lessi e rilessi mentre ero influenzata da piccola e alle prese con il menarca). Quindi per me già sono partiti male gli sceneggiatori, nel senso: quanto lo vogliamo sfruttare questo spunto narrativo?
Nel complesso, Kimmy Schmidt vs the Reverend mi ha fatto molto ridere, perché in fondo è dotato di quella comicità nonsense che a chi, come me, è grande fan di Kimmy e del suo mondo piace davvero moltissimo (anche se, per lei, Chandler è il peggiore). Con citazioni non indifferenti. Il punto di partenza della storia è infatti una sorta di parodia dell’amore tra il Principe Harry e Meghan Markle: Kimmy è in procinto di sposarsi infatti con una testa coronata britannica, il Principe Frederick, anche se tutto di lui grida chiaramente «Harry» e non solo perché sposa un’americana. L’attore che lo impersona è infatti Daniel Radcliffe, che al cinema è stato “un certo” Harry, Potter. L’altro Harry citato è Harry ti presento Sally: in alcuni finali è presente una struttura che richiama il film con Billy Crystal e Meg Ryan.
Nel cast, a parte Radcliffe, vengono confermate delle certezze: Ellie Kemper, Titus Burgess, Carol Kane in un doppio personaggio, Jane Krakowski, Sara Chase, Mike Carlsen e Dylan Gelula. Naturalmente, nel ruolo del Reverendo, c’è il mitico Jon Hamm, che è stato anche insegnante di recitazione della protagonista Ellie Kemper. (Oltre al più celebre Don Draper di Mad Men, certo).
Diciamoci la verità: questi film interattivi finora non sono esperimenti riusciti. Anche i libri game avevano un grosso limite, quello di proporre dei finali che potevano risultare meh. E i film ripropongono la stessa logica, con un grosso difetto in aggiunta: tu finisci di vedere il film e quello ricomincia da capo, con l’effetto che, dopo che hai terminato la visione, lo snippet continua a guardarti ogni volta dalla tua lista su Netflix come un bricco del latte in scadenza nel frigo. Insomma, se non fosse che Kimmy Schmidt ha guadagnato rapidamente un posto nei nostri cuori, è difficile immaginare che un altro prodotto interattivo avrebbe generato così tanti consensi.
E, dato che la serie è finita, non resta che fare una cosa: rivederla tutta, dalla prima puntata all’ultima.