Diciamo arrivederci all’estate con l’anti-tormentone estivo: Ombrelloni di Simone Cristicchi.
di Paolo Merenda
Dopo che la prima settimana di settembre ha consegnato a larghe porzioni d’Italia un assaggio di fresco eccessivo per poter andare al mare, è il momento di tirare le somme su com’è andata. Con lo spauracchio Covid e dopo una primavera a dir poco atipica, non si poteva aspettare la migliore estate della nostra vita, va detto, ma alla fine per molti è arrivata la classica vacanza, magari in Italia invece che in mete esotiche.
E sulle spiagge o in piscina, dopo un tuffo rinfrescante, tutti voi avrete ascoltato i classici tormentoni estivi, come Good Times di Ghali (quella che fa “bell’atmosfera, yeh yeh yeh yeh yeh, ti prego non mi uccidere il mood, dai”), Karaoke dei Boomdabash e Alessandra Amoroso, Una voglia assurda di J-Ax, l’onnipresenza estiva di Giusy Ferreri e tutte le altre.
Nel 2005, invece, una delle canzoni estive fu ben diversa: parliamo di Ombrelloni di Simone Cristicchi. Ombrelloni, inserita nel suo album d’esordio Fabbricante di canzoni (che contiene anche Studentessa universitaria, grande successo del cantante e scrittore romano), sembra sia nata dopo una seria richiesta fatta allo stesso Cristicchi, e che viene ripresa in maniera ironica all’inizio del videoclip dai comici del Trio Medusa. In meno di tre minuti riesce a cogliere tutti i cliché estivi e ribaltarli, a partire dall’ombrellone del titolo, di cui Simone Cristicchi farebbe un uso alternativo sui turisti infilandolo in un posto diverso rispetto alla sabbia della spiaggia. Non vengono risparmiati il gelato mentre ci si rilassa, la crema solare, l’abbronzatura e tutto ciò che è legato all’estate.
Simone Cristicchi, delicato autore di pezzi anche su temi difficili come l’eutanasia (Legato a te), che ricevono il costante apprezzamento di fan e addetti ai lavori, ha sempre avuto un’anima più leggera e (auto)ironica. Ma Ombrelloni resta il picco in tal senso, e non a caso è ricordata a 16 anni di distanza dall’uscita, con i classici commenti su YouTube «Chi l’ascolta ancora nel 2018?» o 2019 o appunto 2020. Di fatto, è riuscita a superare il tempo perché sotto sotto, il rapporto di amore e odio per i tormentoni, il cui nome affibbiato non è casuale, è comune a molti.
Il disegno finale di Ombrelloni è di una situazione paradossale e che strappa molte risate, che vengono amplificate nel video ufficiale, in cui il regista Alberto Puliafito riesce a inserirci ulteriori temi per cui l’estate non è amata proprio da chiunque.
Sicuramente non lo è dai Nanowar of steel, gruppo heavy metal italiano che ha dato il suo contributo alla causa anti-tormentoni con Norwegian reggaeton, o Mark the hammer, youtuber sempre italiano che dopo un video in cui spiega che chiunque può scrivere una canzone estiva pur senza saper suonare, registra Enséñales (Escile), per finire con Francesco Gabbani, le cui hit estive spesso sono ironiche. Capitolo a parte i Rammstein: il gruppo metal tedesco nel 2011 lancia Mein land, canzone accompagnata da un videoclip tra mare e giovani in costume, con tanto di primo piano sui lati B delle ragazze, e un finale che ovviamente esplode tra le amate fiamme di Till Lindemann e soci, con nudità femminili quasi integrali. Ma in quel caso la sola cosa estiva è il video.