Gatto nero gatto bianco è uno dei capolavori di Emir Kusturica, un film divertente dal ritmo incalzante ma non solo.
Al mio paese, quando ero giovane, c’era solo una sala cinematografica. È stato così per molto tempo. E spesso i film in programmazione non incontravano il mio gradimento, oppure per molti mesi c’era lo stesso film in cartellone (nel 1998 fu Titanic). Ogni anno, a me e agli altri cinefili del mio paese non restava che aspettare il cineforum: ogni mercoledì avremmo visto un film d’essai. Se l’uscita internazionale di Gatto nero gatto bianco fu nel ’98, noi lo vedemmo al cineforum l’anno dopo (se non erro, nel ’98 in cartellone ci furono solo pellicole italiane, Ovosodo, Aprile di Moretti, forse Figli di Annibale).
Gatto nero gatto bianco fu una sorpresa meravigliosa. Di Emir Kusturica avevo visto Underground, per cui mi aspettavo tutt’altra atmosfera. La pellicola è un’intricata vicenda che ha a che fare con più truffe, con delle coppie di innamorati, due vecchi amici e due che probabilmente lo diventeranno, mentre fanno la fine di Andreuccio da Perugia. Il tutto in una girandola di situazioni grottesche, della cocaina nascosta in un crocefisso al collo (come quello che sarebbe poi stato indossato da Sarah Michelle Gellar in Cruel Intentions) a un gigantesco maiale che si nutre della carrozzeria di un’auto abbandonata, fino a un telefono che funziona solo quando si bagna il palo e una cantante che toglie i chiodi dalle travi con le natiche.
Questo turbine di situazioni grottescamente allegre sono costantemente sottolineate da una splendida colonna sonora a opera della No Smoking Orchestra, la band dello stesso Kusturica. Su tutti i brani spicca Djindji Rindji Bubamara, che parla appunto di un personaggio del film, la piccola Bubamara, una donna tanto minuscola da essere soprannominata «coccinella» ed essere indesiderabile per tutti gli uomini del circondario. O meglio: quasi tutti.
La musica è una delle chiavi di lettura di Gatto nero gatto bianco, perché sono le canzoni che sottolineano momenti particolare di tensioni comiche o snodi narrativi. La musica è gioia e i gitani al centro di questa storia sono in gran parte poveri di tutto (tranne alcune eccezioni notevoli) ma ricchi di gioia.
L’altro elemento importante è l’amicizia. C’è un personaggio, don Grga, che nel corso della storia vede e rivede un film. Si tratta di Casablanca, del quale apprezza particolarmente il finale, che ripete fedelmente in lingua inglese:
This is the beginning of a beautiful friendship.
Per chi ancora non avesse mai visto Gatto nero gatto bianco, la buona notizia è che lo trovate su Amazon PrimeVideo e quindi lo potete vedere anche in lingua originale con i sottotitoli. Ma fatelo alla seconda visione, perché questo film ha un ritmo talmente veloce che la prima volta rischiate di perdervi dettagli deliziosi e pieni di sagacia. Ricordate: è un film fantastico da guardare con gli amici o con la vostra metà, perché amicizia e amore a volte sono solo aspetti di una vita colma di gioia.