Ho visto in anteprima Beyond the Omega, film horror indipendente italiano sulla necrofilia e un sacco di altre cose.
Lo ammetto, sono in difficoltà nello scrivere di Beyond the Omega, pellicola horror in uscita quest’autunno. Intanto: che vuoi che ne sappia io di horror indipendenti? Inoltre: non sono certa di aver capito tutto tutto tutto (forse non sono intelligente come credevo). Per questo ho pensato di concentrarmi su quello che ho capito della trama in relazione a qualcosa che conosco molto bene: il femminismo.
A proposito: della trama vi dirò poco o nulla, perché qualunque cosa vi dica di Beyond the Omega è uno spoiler. Mi soffermerò a spiegare giusto il titolo completo e quello che lascia intuire: Beyond the Omega – Il tuo sepolcro la nostra alcova. La storia prende le mosse da una coppia in procinto di sposarsi, salvo il fatto che la futura sposa viene stuprata e uccisa da un maniaco. Siamo nella campagna toscana ed è naturale che il pensiero dello spettatore vada al mostro di Firenze, anche se forse per le giovani generazioni questo è poco più che un nome. Dopo l’omicidio della fidanzata, lo sposino cercherà di liberarsi con ogni mezzo della propria verginità, anche grazie a una sorta di bambola in silicone realizzata da un celebrato e bizzarro artista. Il titolo fa riferimento quindi sia a ciò che c’è oltre la morte sia alla necrofilia.
Questa pellicola però non è semplicemente un horror sulla morte e sulla necrofilia. Beyond the Omega (qui sopra la locandina stupenda che, personalmente, mi ricorda i grandi classici dell’horror negli anni ’70) presenta un sottotesto potente sul femminismo. Anche solo il sottotitolo, con l’inversione «il tuo/la nostra» mi ha fatto pensare alla rivisitazione di Angela Carter sulla fiaba di Barbablù, La camera di sangue, quando nel descrivere il viaggio della sposina verso il castello del mostro, la femminista inglese scrive
our destination, my destiny.
Beyond the Omega parla anche, a mio avviso e per chi ha la sensibilità di capirlo, della volontà delle donne e di come gli uomini cerchino di annientarla, attraverso la violenza, attraverso il femminicidio. Sollevando una domanda fondamentale: e se la necrofilia non fosse che una metafora del modo in cui il femminino cerca di essere azzittito dal maschilismo? Magari sono elucubrazioni mie, ma è quello che ho percepito e non mi dispiace affatto.
In Beyond the Omega accadono moltissimi avvenimenti grotteschi e al limite del ridicolo. Mi sono chiesta se alcune idee fossero originali o citazioni, perché mi hanno ricordato delle cose: dal finale che mi ha fatto pensare, anche se molto fuori contesto, alla mia amata Twin Peaks, fino a una scena che non vi descriverò nel dettaglio, ma sappiate solo che ci sono molti personaggi con maschere di animali, che mi ha riportato ai quadri di Max Hamlet Sauvage.
Cosa c’è da sapere ancora su Beyond the Omega? Un po’ di informazioni oggettive: è il secondo film lungo per Mattia De Pascali dopo il magistrale Macbetter. Nel cast ci sono Lorenzo Lepori, che oltre a essere il produttore interpreta il protagonista, ossia lo “sposino”, Lucia Pipchak, Benedetta Rossi, Alex Lucchesi e Pio Bisanti.
Cose che ho apprezzato molto: l’ambientazione, davvero suggestiva nella campagna toscana, il che ha reso la fotografia della pellicola molto intensa e poetica; la recitazione di Benedetta Rossi che, nonostante il rischio di cadere nello stereotipo, ci fornisce un modello femminile interessante e poliedrico (anche se presenta alcune contraddizioni); il fatto che niente sia come sembra in questo film. Seguendo i canali social della produzione, ho visto molti scatti e fotogrammi di scena, ma guardando il film ho capito che quello che avevo immaginato era qualcosa di completamente differente. Per me è da vedere, anche perché la pellicola solleva interrogativi interessanti dal punto di vista tecnico che magari, da profani, non trovano risposta.