Il caso Spotlight è un film su una grande inchiesta giornalistica, che ho modificato il nostro modo di vedere un fenomeno che andrebbe debellato.

Oggi è quasi un triste luogo comune sulla Chiesa cattolica. Scoprire come quest’istituzione abbia insabbiato casi e casi di pedofilia attraverso il silenzio e i trasferimenti di sacerdoti ha scosso le coscienze: prima di allora  essere scosse sono state solo le vittime e i sopravvissuti alla violenza e alle molestie. A volte anche le loro famiglie, ma non sempre. Immaginate di essere un ragazzino povero: frequentate la chiesa del vostro quartiere per poter avere un’istruzione, un luogo che tenga lontani dalla strada. Un giorno, il sacerdote della vostra chiesa vi racconta una barzelletta sconcia. Sorridete e lo tenete per voi: vi sembra di condividere un segreto, come se Dio in persona vi avesse scelto. Poi arriva una rivista porno. Lo strip poker. Le molestie. Le richieste insistenti di sesso orale o di masturbazione. E poi peggiora, perché anche se vi sembrerà strano non è questo l’apice dell’orrore.

È una storia che si consuma da moltissimi anni, decenni forse, chissà da quando. Non cadete nel semplice stereotipo che l’intera Chiesa cattolica sia marcia, però il fenomeno dei preti pedofili esiste eccome. È di dominio pubblico da pochi decenni. O meglio, era una di quelle cose che “si sapevano”, ma nessuno ne parlava mai ad alta voce. Perché la paura la fa da padrone in questi casi. Poi accade che qualche giornalista pieno di talento e volenteroso di raccontare la verità intercetti questa storia e si apre il vaso di Pandora.

Parla di questo Il caso Spotlight, pellicola del 2015 diretta da Tom McCarthy, che racconta come il Boston Globe scoperchiò la vicenda che vedeva un disegno preciso nell’insabbiamento dei casi di pedofilia nella Chiesa – vicenda che permise alla testata di vincere il premio Pulitzer. Un cast straordinario interpreta questo lavoro davvero interessante: Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber, Mark Ruffalo, Brian D’Arcy James, John Slattery, Stanley Tucci e Billy Crudup. La pellicola ha vinto anche due Oscar, tra cui miglior film.

Io adoro i film sul giornalismo, spesso però si tratta di pellicole astratte. Stavolta Il caso Spotlight è una sorta di biopic più ampio (i personaggi di questo dramma corale sono tutti realmente esistiti), ma non sono i personaggi ciò che attira di questa storia e neppure il giornalismo in sé (a parte la chiave di lettura per cui i giornali sono e saranno da sempre i cani da guardia del potere). Quello che conta, quando si vede questa storia sullo schermo è: finalmente riesco a comprendere come sia potuto accadere, come sia stato permesso, chi lo abbia permesso e forse come posso fare per impedire che accada ancora. Se volete vederlo, Il caso Spotlight va in onda stasera su RaiMovie alle 23,25.

(In foto, una generica chiesa cattolica di Boston).

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