Quarto capitolo di una saga, il film John Rambo offre un personaggio più maturo dei precedenti capitoli, e ancora più lontano dalla società civile.
di Paolo Merenda
Oops, I did it again, cantava Britney Spears all’inizio della tua carriera, e seppur in modo ironico potrebbe essere il sottotitolo di John Rambo. Difatti la pellicola del 2008, quarto capitolo della saga sul personaggio dell’ex berretto verde, soldato reduce dalla guerra in Vietnam, arriva ben 20 anni dopo Rambo III (1988), con Rambo e Rambo 2 – La vendetta usciti entrambi negli anni ’80 (rispettivamente 1982 e 1985). Nel 2019, il quinto e, per ora (con Sylvester Stallone mai dire mai) ultimo capitolo, Rambo: Last Blood.
John Rambo è una pellicola in cui l’omonimo protagonista è ancora più maturo dei primi tre lavori, e non solo è apertamente contro la guerra (e la usa se messo alle strette, e si dimostra come sempre il migliore), ma mostra un personaggio fuori dalla vita civilizzata, ormai sconfitto dai ritmi frenetici e da una società che l’ha rigettato. La trama infatti inizia con lui in Thailandia, che ormai si occupa solo di traghettare le persone sul fiume, fin quando il passato non lo raggiunge: dei missionari si vogliono far portare fino in Birmania, dove è in atto una guerra cruenta e, nonostante le recalcitranze iniziali, Rambo non ha più indugi quando il gruppetto viene fatto prigioniero dal crudele capo locale.
Non mancano ovviamente scene di azione, sparatorie, tutto nel più puro stile Rambo, ma qui il protagonista Sylvester Stallone utilizza meglio che altrove le doti attoriali per dar volto e voce a un uomo stanco, provato dalle mille esperienze della vita.
E pensare che questo film nemmeno avrebbe dovuto esistere: l’iconico soldato, conosciutissimo da chiunque, al pari di un’altra creazione di Stallone, il pugile Rocky Balboa, avrebbe dovuto avere altra sorte. John Rambo nasce nel romanzo di David Morrell First Blood, Primo sangue in Italia, del 1972. Sylvester Stallone, colpito, ne fa un film. Solo che nel libro Rambo era un personaggio negativo che moriva nelle pagine finali, ucciso dal colonnello Trautman, dopo aver causato diverse morti a sua volta. Invece l’attore italoamericano, a cui venne data carta bianca perché reduce dal successo di Rocky Balboa, ne cambiò in parte la sceneggiatura, rendendolo più umano e positivo, e facendolo sopravvivere. Da qui, l’inizio della saga.
Un’altra piccola curiosità si trova nella traduzione dei titoli: il primo Rambo, nel titolo americano originale, si chiamava First Blood, come il romanzo, ma in Italia e in altre nazioni venne rinominato appunto Rambo. Ciò ha portato problemi con il film John Rambo, che in America si chiama invece Rambo. L’aggiunta del nome John serve appunto ad evitare confusione tra i titoli nelle nazioni che, nel 1982, scelsero Rambo come titolo.
Il film viene trasmesso stasera su Italia 1 alle 21,31.