Importante libro per bambini sull’accettare se stessi, con i difetti ma anche i pregi, è di facile lettura per tutti i bambini: ecco Non voglio essere una rana.
di Paolo Merenda
La piccola rana che chiede al padre perché non può essere un gatto, un gufo, un coniglio e molto altro, e un padre paziente che gli spiega perché non può essere nulla di diverso da una rana, finché un lupo gli fa capire che forse non è così male essere una rana. Questa la base su cui si sviluppa Non voglio essere una rana, illustrato da Mike Boldt e con testi di Devorah “Dev” Petty.
Il libro affronta il delicato tema dell’accettazione di se stessi da parte dei bambini, nella fase dei mille perché (secondo studi approfonditi, intorno ai 5 anni un bambino può arrivare a porre 300 domande in un solo giorno ai genitori), mentre i bambini cominciano a fare paragoni con gli amichetti all’asilo e voler essere come loro. Il piccolo ranocchio infatti vede un felino ed esordisce con «Voglio essere un gatto». Ovviamente gli va male (non può che essere una rana), ma poi continua con paragoni che strappano una risata al lettore adulto, come quando afferma di voler essere un coniglio, dato che salta come lui.
Come detto, l’incontro salvifico con un lupo, che gli spiega perché mangia tutti gli animali tranne le rane, lo riporta a più miti consigli, facendogli finalmente accettare la sua natura. Ed è proprio l’accettarsi, lo stare bene con se stessi, l’insegnamento morale insito nella storia. Purtroppo, come alcuni casi cronaca a volte rimarcano, nemmeno molti adulti hanno imparato ad accettarsi e a star bene, figuriamoci un bambino che mette in discussione qualunque cosa.
La piccola rana vuole essere un maialino? Certo, non c’è nulla di male nell’esserlo, ma ancora meglio è il punto di partenza fondamentale, smettere di fare la guerra a ciò che si è e a voler piegare tutto quel che ci circonda per renderlo a nostra immagine e somiglianza. Ovvero, nelle pagine splendidamente illustrate da Mike Boldt e altrettanto impreziosite dai dialoghi di Dev Petty, capire che non è un maialino, ma una rana. E va bene così. Allora ben vengano libri del genere, per formare i più piccoli e dargli i giusti strumenti per capire come si può star bene, sempre.
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