In questi giorni sto rivedendo Dawson’s Creek e queste sono alcune cose che avevo capito prima e altre che ho capito solo adesso.
Sono sempre stata una fan di Dawson’s Creek. Mi potrei definire fan della prima ora. Sono però riuscita a vedere la serie per intero solo quando è iniziata l’epoca dello streaming, tanto che al momento sto effettuando un bel rewatch corposo su Amazon PrimeVideo.
Ho sempre trovato questa serie tv grandiosa, anche se, per lo più ho ammirato da sempre i personaggi collaterali e non il protagonista. Personaggi come Jen Lindley (Michelle Williams) o Jack McPhee (Kerr Smith) hanno colpito, a mio avviso, l’immaginario collettivo ben più che il protagonista Dawson Leery (James Van Der Beek) o l’eterna ragazza della porta accanto Joey Potter (Katie Holmes). In realtà più che i personaggi di Jen e Jack, che ci appaiono continuamente a rischio caduta, come nella migliore tradizione degli antieroi, è interessante il loro sviluppo nel tempo. Senza contare che Michelle Williams ci è apparsa da subito nella serie per quello che è: una grande, grandissima interprete, una che poi sarebbe riuscita a riportare la poesia di Marilyn Monroe sullo schermo.
Tutti parlano di come Dawson’s Creek sia passata alla storia per la verbosità dei suoi dialoghi. Ma in realtà, vista la passione di Dawson per il cinema, i rimandi culturali alla settima arte sono tantissimi, anche se per lo più di stampo adolescenziale, come per esempio ai film di John Hughes o in generale quello interpretati da Molly Ringwald. Ed è un po’ buffo, perché il pubblico di Dawson’s Creek non era propriamente quello pasciuto a John Hughes e Molly Ringwald.
La “maledizione” di Molly Ringwald avrebbe affetto alcuni attori del cast. A partire da Van Der Beek che, a decenni dall’uscita della serie, non riesce a liberarsi del personaggio di Dawson, tanto che di questi si parla anche in Jay & Silent Bob – Fermate Hollywood (che però, a sua discolpa, è effettivamente una pellicola transmediale in un certo senso, con una serie di inside joke relativi a film e serie tv) e Non fidarti della str**** dell’interno 23. E a poco è valsa la partecipazione dell’attore a una pellicola di rottura come Le regole dell’attrazione o aver dato vita all’iconico Simon Tremblay in How I Met Your Mother.
Il personaggio di Dawson è stato tanto detestato, da aver dato vita a uno sciocco meme tratto dall’ultimo episodio della terza stagione: quando Dawson crolla in un pianto sfrenato sul pontile, mentre Joey corre a coronare il suo sogno d’amore con Pacey, probabilmente non si aspettava che chiunque l’avrebbe sfottuto ad libitum.
La verità è che Dawson è davvero insopportabile. Preso completamente dai suoi dilemmi filosofici, sembra quasi che tutti gli altri personaggi debbano aspettare che lui faccia una mossa (e invece, giustamente, vanno avanti). E anche l’apparato che è intorno a lui, formato da parenti e da un’adolescenza privilegiata rispetto a quella dei suoi compagni, gli dà man forte nel suo essere viziato e pieno di aspettative. Certo che Dawson resta fermo mentre gli altri progrediscono: gli altri personaggi incarnano degli esseri umani a tuttotondo, mentre Dawson è lì, giudice giudicante di una vita che non riesce mai a vivere completamente, se non dietro alla lente di una telecamera. Per lui tutto è fiction e chi è al di fuori delle sue convinzioni morali è destinato a scomparire.
Paradossalmente è Jen che scompare, che muore nell’ultima puntata. Dopo anni di stravizi a base di droghe si scopre che ha un vizio cardiaco congenito. Eppure è ad Andy McPhee che si ferma il cuore quando ruba l’extasy a Jen e si scatena a un rave. Ma anche le migliori sceneggiature hanno dei buchi di trama (vedi Ritorno al futuro o I predatori dell’arca perduta), figurarsi una serie tv che, come tutte le serie tv, cerca di resistere alla minaccia della cancellazione o alla proroga indiscriminata oltre la scadenza naturale.
Comunque, se vedete la serie su PrimeVideo come me, rimarrete delusi, perché la sigla è diversa. Niente «aidouannauei» insomma.
Nella foto in evidenza la Duke University, dove è stata ambientata la fittizia università di Worthington al centro della quinta e sesta stagione.