Dove eravamo rimasti con The Crown e l’attesa per questa quarta stagione in cui ci sarà Lady Diana.
È il 1976. Harold Wilson ha appena detto alla Regina Elisabetta II che si sarebbe dimesso perché malato. Lei accetta con dispiacere: Wilson, dopo un’iniziale diffidenza, aveva cominciato a piacerle. La Principessa Margaret ha da poco comunicato anche lei alla Regina di voler lasciare il marito, Anthony Armstrong-Jones. Negli anni immediatamente precedenti, Camilla Shand ha sposato Andrew Parker Bowles e il Principe Carlo si è rassegnato a vivere senza il suo grandissimo primo amore. Come sappiamo, per il momento.
Si chiude più o meno così la terza stagione di The Crown. Domani Netflix rilascerà la quarta, a pochi mesi dalla notizia secondo cui si arriverà a sei stagioni (quindi indicativamente ai primi anni 2000, con la morte struggente di Margaret e della Regina Madre Elizabeth Bowes-Lyon). Ma sicuramente, in questa stagione, si parlerà ampiamente delle new entry, ossia di Lady Diana e della prima donna premier britannica Margaret Tatcher. E non mancherà, prima dell’ingresso della figura di Diana, la morte di Lord Mountbatten in un attentato terroristico.
Dico la mia con una piccola digressione. Non sono mai stata una fan di Diana. Dopo aver visto la miniserie documentaria The Royal House of Windsor mi sono fatta un’idea più precisa. Però ho letto che The Crown tratterà anche la bulimia di Diana: mi sembra interessante. Credo che troppo spesso si glissi sui disturbi alimentari, se ne parla sempre troppo poco. Invece parlarne in questi contesti, in cui persone di ogni tipo ascoltano, può servire alla sensibilizzazione, alla presa di coscienza. La bulimia è forse uno dei più terribili dei disturbi alimentari, perché è quello che presenta maggiori rischi di recidiva se non curato adeguatamente. E io mi auguro che questa trattazione, all’interno di una delle migliori serie in circolazione, sia priva di pietismi e di paternalismi. La memoria di Diana non merita pietismi e paternalismi.
Per quello che riguarda Diana, o meglio cioè che sulle cronache del tempo parlava di Diana anche quando non parlava di lei, vorrei spiegarvi il mio punto di vista. Dopo aver visto The Royal House of Windsor, ho scoperto molti dettagli sul menage tra Diana e il Principe Carlo. Ho scoperto una Diana vendicativa, che ha provato in tutti i modi a rubare la scena a Carlo, cosa che le è riuscito benissimo. Diana aveva carisma, era una sorta di Madonna laica per molti, che riusciva ad avere sensibilità e cuore sufficienti per aiutare gli ultimi. Ho scoperto come il dissidio sia partito, ho provato a immaginare specificamente, attraverso la narrazione. Provate anche voi, insieme a me. Perché la narrazione è stata tutta incentrata su Diana finora: sia chiaro, l’incidente che le ha tolto la vita è stata una tragedia, ma al tempo stesso ha spostato il focus sulla sola Principessa di Galles. Come in ogni separazione/divorzio che si rispettino, anche la loro riguarda loro e loro soltanto (anche se davvero tanti, troppi dettagli sono pubblici) e magari le rispettive famiglie d’origine.
Immaginate di esservi appena sposato, di essere in viaggio di nozze. Tenete un diario e in questo diario conservate la foto del vostro primo amore perduto. Vostra moglie fa cadere il diario per caso e vede questa foto. All’improvviso capisce: voi non la amerete mai come amavate l’altra donna. È da qui che è partita l’azione e reazione fatte di recriminazioni e piccole vendette reciproche. Purtroppo Diana è morta. È una cosa che non possiamo cambiare. Ma non possiamo neppure pretendere ancora, come crede qualcuno, che Carlo si fosse flagellato a vita per quella rottura.
Anzi, io ho un’immagine molto romantica di Carlo. Mi sembra quasi il Ted Mosby delle teste coronate, un uomo con una tale resistenza emotiva, da aspettare tutta la vita la persona amata. Camilla Shand in questo caso, che poi ha sposato nel 2005. Carlo è stato sempre un uomo lungimirante. Ha capito che doveva fare di più per i cittadini provenienti da un Paese del Commonwealth che vivono nel Regno Unito. Ha capito che il presente e il futuro è nell’ecologia. Ha capito (e ha dimostrato) che l’agricoltura biologica crea benessere, posti di lavoro e mantiene alta la qualità della vita.
Tra un anno, Carlo inizierà a condividere con la madre le responsabilità della Corona. Noi intanto ci vediamo The Crown e tifiamo per quel giovane sensibile che vediamo sullo schermo. E auguriamo al vero Carlo buon compleanno.