Imparo sempre nuove cose sul femminismo e non sono mica certa che Il Club delle Prime Mogli sia un film femminista.
Non prendetevela. Prendetevi tutto.
Questa battuta, che ne Il Club delle Prime Mogli viene pronunciata da Ivana Trump, è tornata in auge nelle scorse settimane, quando l’ex marito di questa è stato sconfitto nelle elezioni presidenziali Usa. Mi piace soffermarmi su questa frase per una ragione: racchiude fondamentalmente il senso di questo film.
Mi era sempre sfuggito qualcosa però.
La storia della pellicola è quella di quattro amiche, quattro ex compagne di college diventate donne di mezza età. La prima di loro, Cynthia (Stockard Channing), si suicida nel giorno del secondo matrimonio dell’ex marito. Le altre tre, Annie (Diane Keaton), Brenda (Bette Midler) ed Elise (Goldie Hawn), si ritrovano al suo funerale e cercano di riprendersi la loro amicizia, ma se ne tornano a casa con l’amaro in bocca, perché ognuna vede nell’altra cosa crede sia andato male nella propria vita. Ma quando arriva a ognuna di loro la lettera della compianta Cynthia, le tre amiche capiscono che la loro forza è nell’unione. Per cui fondano il Club delle Prime Mogli per aiutare le donne in difficoltà (non senza intoppi e litigi nel frattempo). Tutto delizioso, tutto divertente.
Ma forse è solo un’intenzione. Di fatto, le tre fondatrici del Club dimostrano una cosa terribile e cioè che gli ex mariti sono mucche da mungere economicamente e non solo perché venga dato loro ciò che spetta. Naturalmente ci sono anche dei punti del film che sono autenticamente femministi: l’indipendenza ritrovata di Annie, il nuovo amore di Elise e il perdono di Brenda sono concetti assolutamente femministi. Perché per il femminismo è fondamentale che ogni donna esprima se stessa, ma questo non significa che gli uomini debbano essere esclusi all’interno della ricerca di ognuna della felicità. Le donne devono essere indipendenti, ma non ostili.
Per questo tutta la lotta per il denaro e la frase di Ivana Trump sono un po’ stridenti con quello che il film voleva trasmettere. Per cui Il Club delle Prime Mogli è una vittoria a metà: da un lato c’è qualcosa nella storia che appare fortemente stridente, dall’altro il film è stato un successo e viene ricordato nell’immaginario collettivo proprio per la sua forte identità femminile, come dice il personaggio di Diane Keaton nella scena ambientata in un bar gay di sole donne.
Per cui questa pellicola merita di essere rivista ancora e ancora, ma forse dobbiamo farlo con un crescente spirito critico.