La questione del gun control negli Stati Uniti è stata esplorata in molti modi dal cinema: su Netflix è approdato in questi giorni il corto animato dal titolo Se succede qualcosa, vi voglio bene.
Il dibattito sul gun control è qualcosa di molto vivo negli ultimi 20 anni e rappresenta un unicum quando parliamo di Stati Uniti. Teniamo presente che leggi sulle armi simili a quelle statunitensi sono presenti anche in Canada, ma le statistiche canadesi dicono che la popolazione sa ben gestire la questione. Il dibattito, com’è risaputo, è approdato anche al cinema.
Tra i film più noti sul tema c’è naturalmente Bowling for Columbine, documentario di Michael Moore su quella che probabilmente è la più nota strage scolastica avvenuta negli Usa. Nel documentario ci sono varie testimonianze e una delle cose che ho particolarmente apprezzato è l’assoluzione del capro espiatorio, che in questo caso era rappresentato da Marilyn Manson e dalla sua musica: per quanto cerchiamo di trovare una spiegazione, la musica non sarà mai una spiegazione per la violenza, non lo fu per Charles Manson, non lo è stato per Columbine e non lo sarà mai.
Il mio film preferito è molto famoso: mi riferisco a Elephant di Gus Van Sant, sempre ispirato alla strage di Columbine, anche se dall’impianto più creativo e fantasioso rispetto al documentario che ho citato in precedenza. Ricordo di averlo visto per la prima volta al cineforum del mio paese e ne fu folgorata: credo che, più del documentario di Moore, Elephant sia riuscito a creare un immaginario e una sensibilità particolari relativi alla questione del gun control.
Poi, ieri sera, mi imbatto in questo cortometraggio dal titolo Se succede qualcosa, vi voglio bene, di Will McCormack e Michael Govier, al momento presente sul catalogo Netflix. Non so se ho letto qualcosa sull’argomento del corto o l’ho capito dal titolo: durante la strage di Orlando una delle vittime, mi pare, inviò un messaggio del genere ai propri genitori.
Se succede qualcosa, vi voglio bene parte proprio da due genitori, a cena, apatici. Mentre loro ravanano pigramente nel piatto, come ombre, i loro mostri interiori si azzuffano. È chiaro che c’è qualcosa che non va, ma la tristezza è più forte della rabbia. La scena si sposta: madre e padre si muovono all’interno e all’esterno della casa intenti nelle faccende domestiche. Ma dei dettagli richiamano la loro attenzione al ricordo: c’è stato un tempo in cui erano felici, felici con la loro bimba.
Ma dov’è finita quella bambina? La bambina, come si lascerà intendere nel corto, è morta durante una strage a scuola, causata dalla possibilità negli Stati Uniti di acquistare e utilizzare armi anche quando non si hanno le condizioni psichiche per farlo. La bambina ha poi mandato un sms ai genitori – quegli stessi le cui ombre forse avrebbero dovuto trattenerla all’andare a scuola, ma in fondo la vita è fatta di pericoli e di macabre scelte del caso – in cui ha scritto la frase che dà il titolo al cortometraggio:
Se succede qualcosa, vi voglio bene.
E niente. Via alle lacrime e al trailer.