È uscita la classifica dei 25 migliori attori del XXI secolo stilata dal New York Times e manca un po’ di gente di un certo livello.
I critici Manohla Dargis e A.O. Scott del New York Times hanno diffuso la classifica del 25 migliori attori degli ultimi 20 anni, scegliendoli tra i viventi e per le loro interpretazioni di questo ventennio. La lista consta di Denzel Washington, Isabelle Huppert, Daniel Day Lewis, Keanu Reeves, Nicole Kidman, Song Kang Ho, Toni Servillo, Zhao Tao, Viola Davis, Saoirse Ronan, Julianne Moore, Joaquin Phoenix, Tilda Swinton, Oscar Isaac, Michael B. Jordan, Kim Min-hee, Alfre Woodard, Willem Dafoe, Wes Studi, Rob Morgan, Catherine Deneuve, Melissa McCarthy, Mahershala Ali, Sonia Braga e Gael Garçia Bernal.
Naturalmente in Italia in molti stanno esultando per la presenza di Toni Servillo, ma non so se c’è da esultare per una classifica così parziale. Tra i grandi assenti (fatti salvi Heath Ledger e il mio adorato Philip Seymour Hoffman che non sono viventi), mi verrebbero in mente un po’ di nomi e ne butto giù alcuni: Leonardo DiCaprio, Naomi Watts, Brad Pitt, James Franco (ovviamente, lui è come il pepe, sta bene su tutto), Meryl Streep, Gary Oldman, Christian Bale, Charlize Theron, Scarlett Johansson, Bill Murray e naturalmente… Pier Francesco Favino.
(Potrebbe sembrare che scherzi per Favino, ma dico sul serio).
Credo che la questione sia abbastanza spinosa. Le miniclassifiche vengono fatte con dei criteri e chiunque di noi, dovendo scegliere un tot di attori, di film, di dischi o di libri che preferisce si troverebbe in difficoltà. Soprattutto un critico cinematografico lo è, perché fruisce molti più film di quanto facciamo noi comuni mortali.
C’è poi da dire che queste classifiche oggi devono essere realizzate con criteri di inclusività: è chiaro che, altrimenti, per quantità produttive, come Baccassino ci ha insegnato nel 31esimo podcast di Rrobba ti coma, Hollywood avrebbe chiaramente la parte del leone in quanto a determinazione geografica delle pellicole (anche se, non a caso è stato scelto Servillo, mentre Favino in America è noto per produzioni statunitensi decisamente mainstream, da Angeli e Demoni a Una notte al museo).
Detto questo, nell’era dei social, è chiaro che queste miniclassifiche destino l’interesse generale: ognuno di noi si cimenterà a stilare la sua personale classifica degli attori, magari con propri criteri (io per esempio non avrei eliminato gli attori non viventi, almeno per includere Psh). Ma poi d’altro canto lo sappiamo che l’anno migliore per cinema è stato il 1999 e questo porrebbe molte interpretazioni fuori canone perché sono passati non 20 ma 21 anni. E già sarebbe complicato dire chi siano i 25 migliori attori del 1999. Tipo che già qui ce ne sono 2 o 3.