Quando arrivano le feste, vogliamo sempre leggere, ascoltare o guardare una fiaba rassicurante, come per esempio Hannah e le sue sorelle di Woody Allen.
Woody Allen è uno dei miei registi preferiti, anche se i suoi lavori dell’ultimo ventennio non mi hanno trovata sempre entusiasta (sebbene con alcune notevoli eccezioni). Ci sono, in generale, diverse sue pellicole che amo particolarmente, ma ce n’è una sola che mi rassicura e mi mette allegria come nessun altra: Hannah e le sue sorelle.
Si tratta di un dramedy corale che ruota intorno a un personaggio, quello di Hannah, una donna apparentemente perfetta. Ha sposato in seconde nozze un uomo di successo, ha avuto due gemelli in provetta e ha un buon rapporto con il suo ex marito. È una grande attrice teatrale e al tempo stesso sa cucinare ed è molto affettuosa. Le sue sorelle non sono alla sua altezza, o almeno non ci si sentono. C’è Lee, che ha una relazione con un uomo molto più vecchio di lei, è un’ex alcolista e non sa cosa vuole fare “da grande”. E c’è Holly, ex cocainomane che non riesce a sfondare nel mondo dello spettacolo – ma decide di fare catering, con la sua migliore amica che però le soffia l’uomo.
La storia si snoda attraverso un ciclo di festività: il Ringraziamento, il Natale e poi un altro Ringraziamento. Intanto tutto cambia: Elliott, marito di Hannah, si invaghisce di Lee e tradisce Hannah, Holly non porta avanti il catering e intanto inizia a frequentare Mickey, ex marito di Hannah, decidendo di fare la scrittrice. Parallelamente, ci sono in sordina le vicende dei due genitori, che oscillano tra litigi e tenerezze. E soprattutto c’è Mickey, sceneggiatore ipocondriaco che forse sta per morire.
Nel cast figurano Woody Allen nel ruolo di Mickey, Mia Farrow in quello di Hannah, Michael Caine, Carrie Fisher, Barbara Hershey, Max von Sydow e Dianne Wiest. In un ruolo quasi da comparsa c’è uno dei miei grandi amori cinematografici John Turturro.
Perché Hannah e le sue sorelle è un grande film e al tempo stesso vi sono affezionata? Intanto, come è accaduto a molte pellicole di Allen, ha influenzato la cinematografia successiva: la scena in cui le tre sorelle sono al ristorante, la cinepresa fa un giro di 360 gradi intorno a loro, azione che è stata recuperata da Quentin Tarantino prima ne Le Iene e poi in Grindhouse – A prova di morte, come omaggio alle “chiacchiere tra donne”. La pellicola fa inoltre parte del filone in cui Farrow, legata sentimentalmente ad Allen, fu protagonista: il rapporto tra loro, com’è noto, è stato ed è ancora molto burrascoso, ma trovo che questi film, Hannah e le sue sorelle in testa, siano incredibilmente passionali. E comunque Farrow è stata una delle più grandi attrici del nostro tempo: non lavora al cinema da circa una decina di anni, ma mi chiedo se, come per Hannah accade con Casa di bambola, accade anche a lei di essere in attesa di una perla che venga a tentarla.