Un tortuoso viaggio lungo 80 anni ha portato alla realizzazione di questo film, con John Malkovich e Willem Dafoe, per la regia di E. Elias Merhige.
di Paolo Merenda
L’ombra del vampiro è una pellicola del 2000 che ha diverse storie interessanti dietro. Innanzitutto, come chi l’ha visto saprà, è un omaggio a Nosferatu, film muto del 1922 di Friedrich Wilhelm Murnau e che non sarebbe dovuto arrivare fino a noi. Inoltre, il regista stesso, E. Elias Merhige, tre anni prima aveva diretto un video altrettanto maledetto.
Andiamo con ordine, e voglio partire dai due ottimi attori principali de L’ombra del vampiro, John Malkovich e Willem Dafoe. Il primo è Friedrich Wilhelm Murnau, il secondo il conte Orlok. La trama si svolge attorno al film Nosferatu, che Murnau deve appunto dirigere, grazie al protagonista Orlok. Per girare alcune scene, si sposta con la troupe in Polonia, dove cominciano delle riprese macchiate da diversi incidenti, tanto che alla fine il misterioso conte Orlok viene reputato essere un vero vampiro.
Lo swerve in questo caso è a suo modo originale: di solito, quando si sospetta troppo di un personaggio, questi è innocente. Invece il conte Orlok è davvero un vampiro, e nell’ultima scena, pregna di significati, si scopre avere un patto con Murnau che, pur di girare un film indimenticabile, lo aveva assoldato pur conoscendone la vera natura.
Come ho detto, è un tributo a Nosferatu: ebbene, il vampiro del film del 1922, Max Schreck, all’epoca fu avvolto da accuse simili, infondate, forse perché interpretò la parte troppo bene per una produzione che all’epoca non poteva contare nemmeno sui dialoghi. Il regista, Friedrich Wilhelm Murnau, voleva a sua volta fortemente girare un film sui vampiri, tanto da cambiare nome da Conte Dracula, il personaggio creato da Bram Stoker, a Conte Orlok. Ciò non bastò a evitargli una causa di plagio dai discendenti di Stoker, e perse. La pena, oltre a quella pecuniaria (che fece fallire la casa di produzione della pellicola), fu di distruggere tutte le copie del film. Ma Murnau ne tenne una per sé ed è solo per quest’azione, se vogliamo, illegale, che Nosferatu è risorto (è il caso di dirlo) ed è arrivato fino a noi, diventando la pietra angolare di tutti i film sui vampiri. Viene citato ad esempio da Intervista col vampiro col premio Oscar Brad Pitt, ma a dire il vero viene citato sempre in questo genere cinematografico.
E il regista? E. Elias Merhige, non prolifico ma davvero talentuoso (aiutato nel lavoro su Nosferatu dall’eccezionale modo in cui John Malkovich e Willem Dafoe si sono calati nella parte), nel 1997 aveva girato un videoclip, Antichrist Superstar di Marilyn Manson. L’artista, a sua volta investito dalle accuse più varie nella sua carriera, altrettanto infondate, lo volle dopo che Merhige aveva diretto il suo video musicale precedente, Cryptorchid. Antichrist Superstar, però, venne bocciato dall’etichetta discografica che aveva prodotto l’omonimo album di Manson, e solo l’insistenza dell’iconico cantante lo ha portato alla luce nel 2011, ben 14 anni dopo, e possiamo godercelo su varie piattaforme, tra cui YouTube.