La lunga e proficua carriera di Tony Wolf, nome d’arte di Antonio Lupatelli, passa attraverso i decenni e affronta i temi più vari.

di Paolo Merenda

Probabilmente ogni genitore avrà in casa un libro pop up di Tony Wolf, o una storia illustrata, o magari addirittura un libro con effetti sonori. Questo perché Antonio Lupatelli, scomparso nel 2018 a 88 anni, ha illustrato e creato storie per bambini, per più di 60 anni. Ha cominciato prima ancora che si formassero i Rolling Stones, e come tutti noi sappiamo i Rolling Stones sono sempre esistiti e sono in lotta con la regina Elisabetta e Angela Lansbury, la Signora in Giallo, su chi sarà l’ultimo highlander. Che poi, non per dire, eh, ma sono tutti britannici. Si dice che i dolci siano più dolci da quelle parti: sarà questo il loro segreto?

Va be’, torniamo a noi. Credo che la forza di Tony Wolf sia stata quella di adattarsi al progetto su cui lavorava, molto meglio di altri. Caratteristico il modo in cui disegna gli animali, ovvero partendo da un modello in peluche invece che facendo un ritratto con il proprio stile dell’animale vero. È uno dei suoi marchi di fabbrica, anche se a lungo andare il tratto si riconosce, la firma si vede in ogni particolare.

Di Tony Wolf, tra gli altri lavori, vi voglio parlare di alcuni di quelli che ho io per il pargolo. Partiamo da un presupposto: Giunti Editore nel 2017 ha acquistato i diritti di molte opere di Wolf (attraverso la Dami), e questo ha dato nuova linfa vitale ai libri del disegnatore cremonese.

La fattoria, ad esempio, è un librone pubblicato la prima volta nel 2006, con effetti sonori (i versi degli animali, alcuni molto realistici), e con delle piacevoli filastrocche scritte da Silvia D’Achille. È un viaggio nella fattoria, adatto a bambini dai tre anni in su, con tanti particolari dai colori saturi che colpiscono i bambini durante la lettura.

Le fiabe più belle, prima edizione 2008 ma ripresa nel 2017 da Giunti, come detto, è invece un pop up molto lavorato e curato nei dettagli. I tre porcellini, Cappuccetto rosso, Il gatto con gli stivali e Il soldatino di piombo sono narrati quasi esclusivamente attraverso le immagini, con poche frasi a corredo per formare e magari far ampliare il lessico dei più piccoli. Poco da dire, vi consiglio di comprarlo se avete bimbi piccoli per tenerlo tra le mani e scoprire ogni pagina. Spendo solo due parole per la prima fiaba, I tre porcellini, che meriterebbe un approfondimento a parte, e forse ne scriverò su questo sito. Dicevo, questa fiaba è piuttosto scomoda, come molte fiabe in verità, perché il lupo finisce bollito nella pentola (e presumibilmente mangiato dai porcellini). Ma qual è il modo migliore per edulcorare il finale? Tony Wolf opta per un paio di robuste legnate date al lupo dai maialini, una volta uscito dal pentolone in cui si è scottato appena la coda, e che in seguito alla disavventura fugge via dal bosco per non farvi più ritorno.

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Arriviamo al 2009 con Il meraviglioso libro pop up del bosco (riedito nel 2017 da Giunti, come tutti gli altri). Gnomi, fate, folletti e draghi sono i protagonisti delle quattro parti del libro, tutte collegate da un villaggio di gnomi. Questi ultimi, dopo una prima avventura “in casa”, danno una festa e alcuni membri partono per l’avventura dato che hanno vinto un viaggio in mongolfiera. Visitano così appunto i paesi di fate, folletti e draghi nelle altre tre avventure. Un escamotage narrativo che rende lineare tutto il libro, e piacevole per bimbi di tutte le età.

Due piccoli extra: anche il figlio di Tony Wolf, che ha a sua volta scelto il nome d’arte di Matt Wolf, fa il disegnatore, e ha ripreso l’idea dal padre degli animali peluche nel libricino Baby Fattoria. È proprio il caso di dire che buon sangue non mente.

Secondo e divertente extra: nel 1980 AMZ Editore ha pubblicato alcuni piccoli libri per la collana Storie allegre di animali, in uscite settimanali. Il nostro Antonio Lupatelli, senza ricorrere al più famoso pseudonimo, ha contribuito con una storia allegra fin dal titolo: L’orsetto Michele cerca lavoro. Michele, un orsacchiotto che gioca tutto il giorno nel paese Giocolandia senza preoccuparsi di nulla, per qualche misterioso motivo autolesionista decide di andare a cercare lavoro, incorrendo in diversi licenziamenti in tronco. Affascinante come chi negli anni ’80 era piccolo e ha letto questa e altre storie (non si preoccupavano mica di edulcorare il finale dei tre porcellini all’epoca, per tornare al discorso di prima), non abbia sviluppato problemi mentali in genere. O forse no, li ha sviluppati ma non gli precludono la vita sociale. Chissà. Ora vi saluto, torno alla mia vita sociale.

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