Alcune vicende scuotono l’opinione pubblica e possono causare un cambiamento positivo. Quella dello studente Patrick Zaki ha tutte le carte per esserlo.

di Paolo Merenda

Il 7 febbraio 2020 lo studente Patrick Zaki, che fino ad allora aveva vissuto l’ambiente universitario di Bologna, è stato arrestato all’aeroporto del Cairo e, una volta accusato di minaccia alla sicurezza nazionale e propaganda per il terrorismo, in pratica è scomparso. Ogni tanto un’udienza o un colloquio con la madre lo mostrano sempre più deperito e arrendevole, ma l’ennesimo tentativo di dire basta arriva con la firma di Amnesty International. Parte proprio dall’associazione il contest Free Patrick Zaki, Prisoner of Conscience, edizione speciale di Poster for Tomorrow. A dar man forte la popolare Amnesty, il festival salentino Conversazioni sul futuro, l’associazione Diffondiamo idee di valore, in altre vesti poi il Festival dei Diritti Umani di Milano, l’Associazione Articolo 21 e infine il patrocinio dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (che appunto Patrick frequentava).

In cosa consiste Prisoner of Conscience? È un contest che ha fatto arrivare quasi 1000 manifesti da circa 50 paesi in tutto il mondo, e sabato 6 febbraio, alle ore 11 in diretta streaming su Facebook e YouTube, verranno presentati i 10 poster vincitori che verranno affissi nelle città che hanno aderito. Tra queste, ovviamente Bologna che aspetta il ritorno del ricercatore a cui nel frattempo ha dato la cittadinanza onoraria, Lecce e Napoli, da sempre aperte a questioni etiche, come anche Bari, Brindisi, Palermo, Taranto e Torino. Le adesioni, tra cui Usigrai – Unione Sindacale Giornalisti Rai, e Fnsi – Federazione della stampa nazionale italiana, si moltiplicano con il passare dei giorni, proprio per la natura dell’evento a cui ci si riferisce, e che ha scosso l’opinione pubblica.

Annunci

Per gli organizzatori, infatti, Zaki rimane detenuto semplicemente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media, azioni che meriterebbero elogi piuttosto che un arresto e il pericolo di notizie nefaste da un momento all’altro.

Quindi, l’appuntamento per fare il punto della situazione sulla delicata vicenda, e per decretare i vincitori, è sabato 6 febbraio. I 10 migliori lavori saranno selezionati da una giuria composta da grossi nomi provenienti da numerose nazioni. Sono le giornaliste Annalisa Camilli, Francesca Mannocchi, Marta Serafini, Laura Cappon, il giornalista Riccardo Luna, la designer canado-italiana, advisor di Poster for Tomorrow Ginette Caron, l’architetto, designer e curatore indipendente Marco Rainò, l’artista e attivista Gianluca Costantini, la graphic journalist italotunisina Takoua Ben Mohamed, l’attivista Maryam Al Khawaja (Bahrein), l’artista e attivista iraniano che vive e lavora in Francia Kianoush Ramezani e infine un gruppo di designer e graphic designer formato da Marisa Gallen (Spagna), Cédric Gatillon (Francia), Mila Mars Melank (Bosnia ed Erzegovina), Francesco Poroli (Italia), Pavel  Pisklakov (Russia), Teresa Sdralevich (Belgio), Agnieszka Ziemiszewska (Polonia).

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: