Sentimenti come amore e odio sono fortissimi e dove esiste l’uno, può coesistere anche l’altro: ecco Crimini e misfatti, basato su uno dei migliori sodalizi artistici di Woody Allen.
Non sempre i film di Woody Allen che mescolano commedia e dramma godono di grandi fortune. Pensiamo a Melinda & Melinda ad esempio, ma anche a Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni. Ce n’è uno cui sono particolarmente affezionata però: si tratta di Crimini e misfatti, una pellicola in cui si intrecciano diverse storyline tutte molto interessanti ed è presente un cast fantastico, dallo stesso Allen a Mia Farrow (che all’epoca avevano una relazione insieme), fino a Martin Landau, Anjelica Houston, Jerry Orbach e Alan Alda.
Ci sono due binari principali nella storia di Crimini e misfatti, dramedy corale in cui le vicende dei personaggi si intrecciano talvolta casualmente. Uno è quello di Judah Rosenthal, apprezzato oculista che intrattiene una relazione con una donna più giovane, Dolores, che minaccia di raccontare tutto a sua moglie. Judah a un certo punto si trova di fronte a un dilemma etico: la sola soluzione che vede di fronte a sé è far uccidere la donna, cosa che in effetti avviene per mano di Jerry, fratello negletto ed emarginato di lui, la sua parte cinica e malvagia all’apparenza. Ma solo Jerry è cinico e malvagio o lo è anche e soprattutto Judah? Non è quest’ultimo a “premere il grilletto” ma è come se lo fosse, perché è lui a permetterlo, tra mille apparenti dubbi e un certo pentimento del quale lo spettatore non ha mai l’esatta contezza. Il dilemma di Judah (nome del traditore per eccellenza) è simile a quello di Raskòl’nikov in Delitto e castigo. Ma il lettore prova empatia verso Raskòl’nikov, che è protagonista di un sincero e lancinante pentimento, sebbene esso sia dovuto all’omicidio della propria sorella. Lo stesso sentimento dello spettatore non è per Judah, che ci viene ritratto da Allen allo stesso tempo debole e implacabile. Lo sguardo fisso di Dolores assassinata sul pavimento del suo appartamento è qualcosa che difficilmente lo spettatore può ignorare o dimenticare.
L’altro binario è quello di Cliff Stern, che vive un matrimonio al termine, va pazzo per la nipotina orfana di padre, che porta ogni giorno al cinema, e deve girare un documentario sull’odioso cognato, un tronfio autore hollywoodiano. Sul set entrambi conoscono Halley Reed ed entrambi le fanno la corte: Cliff, in particolare, le mostra il documentario che sta girando e che purtroppo non vedrà mai la luce, perché è in fondo così che va il mondo. Il documentario è su un professore di etica ebreo, che però un bel giorno si suicida, lasciando un biglietto tutt’altro che intelligente o profondo: «Sono passato per la finestra». Al fan di Allen non sfuggirà un dettaglio non da poco: anche Boris Yellnikoff, protagonista di Basta che funzioni, cerca di suicidarsi due volte in questo modo, ma ovviamente non ci riesce perché quella è una commedia pura. Tra le parole del professore di etica, ce ne sono alcune che riassumono Crimini e misfatti per intero:
Per tutta la vita siamo messi di fronte a decisioni angosciose, a scelte morali. Alcune di esse importantissime, la maggior parte meno importanti. E noi siamo determinati dalle scelte che abbiamo fatto, siamo in effetti la somma totale delle nostre scelte.
Al di là del film cui sono molto affezionata, vale la pena soffermarsi sulla questione da sempre annosa della relazione finita tra Allen e Farrow. Posto che un tribunale si è già pronunciato anni fa sulla questione che di tanto in tanto torna in auge, probabilmente non sapremo mai la verità, tra accuse e contraccuse che vengono da entrambe le parti. Quello che sappiamo sicuramente è che il loro sia stato uno dei sodalizi artistici più interessanti della storia del cinema. Molte persone, tra i sodalizi artistici e al tempo stesso amorosi di Allen, credono che il più grande sia stato quello con Diane Keaton, ma io credo che i film con Mia Farrow possiedano qualcosa di profondamente affine con l’animo umano. Mentre Allen e Keaton si sono amati per tutta la vita, come compagni e poi come amici, Allen e Farrow sono stati legati da sentimenti contrastanti, di odio e d’amore. E quando dei sentimenti sono così forti e così opposti nascono una o più grandi opere d’arte.