Se mi chiedessero qual è il mio regista italiano contemporaneo preferito, io ho solo una risposta: Paolo Virzì.
Una volta credo di aver incontrato Paolo Virzì. Non ne sono sicura. Ero a un incontro stampa in un festival del cinema e lui era seduto quasi accanto a me. La mia caporedattrice e il mio compagno ancora mi scucchiaiano per questo: come, ti trovi accanto il tuo regista preferito, e non gli chiedi nulla? Sì, non gli ho chiesto nulla proprio perché è il mio regista preferito. Non si tratta semplicemente di temere di sfatare un mito, per quello che mi riguarda si tratta di rendere tangibile l’arte con cui sono maggiormente in confidenza. In ogni caso, ho scelto 5 film di Virzì che amo di più, anche se non è detto siano i migliori in assoluto.
1. Caterina va in città
Amo questo film più di tutti quelli di Virzì, e probabilmente è una questione di identificazione. Caterina, dalla provincia, arriva a Roma, dove si scontra con un sistema di relazioni che non comprende e dal quale finisce per sentirsi ferita. Caterina è una persona semplice, che vuole essere soltanto serena e felice, fare il proprio dovere a scuola. Ma la morale che insegna è molto più ampia e ci ricorda quanto ognuno di noi sia piccolo con le proprie istanze.
2. Il capitale umano
Questo film è oggettivamente un ottimo lavoro e avrebbe dovuto vincere l’Oscar. Tratto da un romanzo, Il capitale umano mescola delle piccole storie più o meno meschine di provincia: la storyline più alta è quella di chi è emarginato, cioè chi incarna il capitale umano del titolo e chi, casualmente, lo distrugge. Nell’ombra però c’è il vero cattivo che si rivela solo alla fine e ci ricorda che dietro tutte le nostre speranze di una vita migliore c’è sempre un’eminenza grigia. E che i nostri sogni non diverranno mai realtà.
3. Ovosodo
È il primo film di Virzì che ho visto al cinema. È la storia di un giovane proletario di Livorno e della sua lotta contro il destino che si traduce nell’assecondarlo il destino, perché forse quello che immaginiamo non è certo migliore di ciò che è. Forse è solo esteticamente più affascinante.
4. Notti magiche
Sempre per una questione di identificazione, amo questa pellicola (e poi ci ha anche lavorato un mio amico). Credo che Notti magiche sia una grande lettera d’amore al cinema italiano che fu e che oggi non sempre riesce a raggiungere quegli stessi livelli. Lo stesso Virzì pare tendere, pare aver compreso qual è il gap generazionale tra registi/sceneggiatori di ieri e registi/sceneggiatori di oggi. Ma forse, in fondo, sono gli spettatori che sono cambiati.
5. Ferie d’agosto
Chiudo questa selezione con una delle pellicole di Virzì più divertenti e significative: lo scontro ideologico tra due gruppi di persone che sono divise dalla storia più che dalla cultura personale. Ma in questo scontro c’è anche il punto di incontro tra due adolescenti che si amano ma solo per un attimo, mentre riecheggia contro il mare un «ti amo, stronzo» davvero memorabile.