Il femminismo della Terza Ondata è un femminismo inclusivo, intersezionale ma non solo. Affonda le sue radici nella cultura pop e ne è una profonda espressione.
Il femminismo oggi è stato sdoganato grazie a personaggi come Buffy Summer, Brenda Walsh, Mulan, Susanna Kaysen, Laura Palmer, Annie Hall. Pedro Almodovar è considerato il regista delle donne per antonomasia. Ma in realtà ci sono altri registi che hanno fatto molto per la sensibilizzazione contro la violenza di genere.
Uno di questi è David Lynch, la cui fondazione si occupa, tra le tante cose, proprio di questo, di aiuto alle donne in difficoltà. Un altro regista che l’ha fatto a modo suo è Quentin Tarantino. Partiamo da un fatto. Una delle cose che ha fatto Lynch con il suo cinema è stato regalarci una storia bellissima di un amore alla pari. Lynch scelse di girare Cuore selvaggio dopo aver letto il romanzo proprio perché voleva proporre al pubblico una storia di questo tipo, dove non mancano peraltro i riferimenti alla violenza di genere – Juana Durango viene mostrata come folle, sanguinaria e storpia a seguito delle violenze dell’ex marito.
Un’altra meravigliosa storia di amore alla pari l’ha scritta Tarantino. Si chiama True Romance e fu girata da Tony Scott, che ne cambiò il finale – per questo non è coerente con il Tarantinoverso. Alabama incontra Clarence e se ne innamora. Rubano una valigia piena di cocaina e, nella versione originale di Tarantino, dopo la sparatoria che segue il tipico mexican standoff, Clarence muore, Alabama prende i soldi e diventa una rapinatrice, voltando pagina e mettendosi con Mister White. Alabama viene citata ne Le Iene, unico film di Tarantino in cui non ci sono donne protagoniste. Ma in cui si parla continuamente di donne: cameriere, cantanti, attrici – una in particolare, che si chiama Pam Grier.
Pam Grier è a sua volta protagonista del film meno d’azione di Tarantino, Jackie Brown. Jackie, forte, indipendente e perciò bellissima, riesce a mettere nel sacco tutti, nonostante appartenga a una fascia d’età spesso trascurata dal cinema mainstream, quella delle donne che hanno superato da un pezzo la mezza età e che combattono magari con la menopausa.
Forse il solo film di Tarantino in cui le donne non escono bene è Django Unchained, in cui le donne sono tutte damsels in distress, vittime in attesa di un principe nero su un cavallo bianco, che è uno su un milione.
Poi possiamo parlare di come Tarantino abbia rivisitato il genere rape&revenge (a volte senza il rape, lo stupro), in Kill Bill, Bastardi senza gloria e naturalmente Grindhouse – A prova di morte. In quest’ultimo ci ha presentato, in un ruolo da protagonista, una donna che di solito è dietro le quinte, Zoe Bell, stuntwoman di origini kiwi che fece da controfigura a Uma Thurman in Kill Bill. Tarantino ricorda continuamente al mondo che ci sono donne stuntman e di tutte le età. Lo fa anche in C’era una volta a Hollywood, quando per qualche secondo mostra la doppia di Marabella, una bimba occhialuta con le treccine a metà tra Il mondo di Patty e la Suzy di Stranger Things (che però è coeva al film e quindi non ne è stato uno spunto).
C’è poi Jennifer Jason Leigh, che in The Hateful Eight è praticamente un highlander – a parte l’espletamento della giustizia di frontiera – ma è anche ironicamente un «piccolo bocciolo di mela» cantato dagli White Stripes.
Ma lo volete sapere chi è la donna più potente di tutti nel cinema di Tarantino? Si chiama Bonnie e il suo volto non viene mostrato mai. La si intravede di spalle in un flash immaginativo in Pulp Fiction. È grazie a lei, che si sarebbe arrabbiata moltissimo, rientrando dopo il turno di notte, che Mr Wolf risolve il problema a Jules e Vincent.
Per cui, mettete da parte tutto quello che pensate di sapere di Tarantino, il presunto feticismo dei piedi, la leggenda metropolitana per cui avrebbe fatto dei provini ad attrici in shorts e infradito, la presunta misoginia che è una cosa che non esiste proprio.
Ricordatevi come Tarantino non ci ha messo nulla a voltare le spalle a Harvey Weinstein durante il #MeToo, così come ha chiesto scusa a Uma per averla messa in pericolo, come lei l’ha perdonato e tornerà a essere Beatrix Kiddo in Kill Bill 3. Ricordatevi che ruoli ha scritto per le donne – e che i ruoli femminili fantastici non sono solo appannaggio delle sceneggiatrici.