Se avete letto l’edizione italiana di Arancia meccanica, avrete notato che contiene un capitolo in più, un finale differente rispetto al film.

All’università ho studiato Arancia meccanica di Anthony Burgess. Era un corso monografico sul postmodernismo e quindi abbiamo parlato di questo libro a lezione, e io ho letto questo libro perché non potevo non continuare a fare la figura della secchiona. Ma questa non è la sola ragione: avevo visto il film di Stanley Kubrick a 12 anni, durante una di quelle strane programmazioni estive pomeridiane di una rete locale. Per me fu una sensazione incredibile: era una delle cose più belle che avessi mai visto. Poi comprai con l’Unità la videocassetta, e papà non mi permise di andare al cineforum per vedere le versione restaurata con i tagli del registe. Quindi potete immaginare la curiosità che avessi quando ho comprato il libro.

Arancia meccanica libro non termina come Arancia meccanica film. Diciamo che più o meno il finale del film corrisponde al penultimo capitolo del libro. Nell’edizione italiana a opera della casa editrice Einaudi viene spiegato che in effetti quel capitolo è stato aggiunto da Burgess successivamente, ed è presente sia nell’edizione italiana che nell’edizione britannica. Non ce n’è traccia invece nell’edizione statunitense, quella da cui Kubrick è partito per il suo film. 

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Secondo il regista, quel capitolo fu in un certo senso posticcio: fu aggiunto dall’autore per una questione di censura. Vi troviamo infatti un Alex DeLarge 25enne, già stempiato e con la testa a posto, inveire contro i giovani che hanno preso il posto dei Draghi che furono. Una cosa abbastanza triste quindi. Secondo Kubrick quell’ultimo cartolo non aveva una corrispondenza filologica con il resto del romanzo, ed è per questo che la storia del film si ferma al penultimo capitolo così come l’abbiamo letto noi italiani nel romanzo.

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