Una poesia di Cesare Minutello, che pubblichiamo, con video, in occasione della Giornata Internazionale della Poesia.
di Cesare Minutello
appartata in ciò che
più non abitiamo
volpeggia sottovetro
là dietro con i da-da-un-pa
sui sedili di un’Anglia
nelle lontananze impolverate
dei semafori creduti incantati
per sempre sul verde
tra gli omissis muti
come ad Argo la scolta
col bue sulla lingua
nel regno dell’astore
dove più in alto
tra i calcinacci
dei vogliamo tutto
canticchia l’alibi
della libertà
nelle partitelle acciottolate
quando ragazzi sino a sera
si dicono Mazzola
si dicono Rivera
appartata
sull’impronta fradicia
scavata all’idroscalo di Ostia
tra le mura puntellate
dell’Ina-Case
sul cinguettìo da comari
sul raglio ripugnante
degli imbonitori