Una performance teatrale che ci ricorda la bellezza e la spiritualità delle feste di paese, quelle di cui non godiamo più.
Alcuni di noi proprio non lo ricordano com’era prima del virus. C’erano i concerti, c’era il cinema, c’era il teatro. C’erano le feste di paese, per i santi, per la Settimana Santa e la Pasqua o altre occasioni, con la scapece (che forse sarà bandita per chissà quanto per via di questioni igieniche), c’erano le bande nella cassarmonica, le luminarie sempre più belle e grandi che spezzavano la monotonia del colore e delle forme in prospettiva delle nostre piazze.
Tornerà tutto questo, ne sono certa, anche se per la scapece dovremo aspettare. Ma intanto c’è un’iniziativa che puoi aiutarci a sopportare l’attesa. Oggi alle 20,30 sulla fanpage Facebook del Salento Book Festival ci sarà E venne giù il paradiso di e con Antonio Calò, un percorso emozionale tra passato e presente: da Cantina Peparussu, un evento culturale online organizzato dall’associazione culturale “Festival Nazionale del Libro” nell’ambito del progetto Salento Book Festival.
Ieri ho ricevuto un messaggio che mi segnalava questa iniziativa. Conteneva tra le altre cose una suggestiva ed emozionante citazione di Luigi Scorrano, celebre dantista.
C’è la festa. Non una festa qualunque, ma la festa per eccellenza, quella che non si può confondere con le altre… Non una festa qualunque, ma la messaggera di tutte le feste. Messaggera che porta alberi in fiore, cieli che dispiegano la loro favolosa azzurrità, respiro mite della stagione che si annuncia, odore di primavera per le vie e nel cuore, festa di giovinezza, festa di speranze e di amori, di attese e di compimenti.