Kevin Smith, da sempre molto originale, ha dato il suo contributo alla cinematografia che tratta il tema religioso con Dogma.

di Paolo Merenda

Il regista e attore Kevin Smith ha avuto un inizio di carriera esemplare, dopo che con il suo Clerks del 1994 registrò un incasso al botteghino invidiabile, oltre ai complimenti di numerosi esperti del settore. In Clerks recitava anche Brian O’Halloran, che fa parte del cast del quarto film di Kevin Smith, Dogma, del 1999.

Dogma ha nel cast attori feticcio del regista come Ben Affleck, Matt Damon e Jason Lee, oltre ovviamente all’accoppiata Jay & Silent Bob, cioè Jason Mewes e lo stesso Smith. Ma oltre ai “soliti” qui troviamo Alan Rickman, Linda Fiorentino, Alanis Morissette, Salma Hayek e Chris Rock, che completano il gruppo di attori principali per un lavoro che Kevin Smith avvertiva moltissimo dentro di sé. Difatti, seppur si muova su un sentiero su cui altri avevano già camminato (e cammineranno dopo il 1999), ovvero la trama spiccatamente religiosa, non arriva al punto in cui la strada porta più facilmente, la superiorità del demonio (un esempio per tutti, L’avvocato del diavolo con Al Pacino e Keanu Reeves). Dio c’è, è il caso di dirlo, e con il figlio Gesù cerca di fermare due angeli caduti sulla Terra e desiderosi di vendicarsi sul loro creatore.

Non è riuscito a evitare le critiche, che a mio avviso sono troppo dure: certo l’inizio non aiuta, con la presentazione di una statua che ha ben poco di religioso, Cristo compagnone, ma poi cambia registro velocemente.

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I cattivi sono in effetti due creature malvagie, gli angeli caduti Bartleby e Loki, ma contro di loro, dopo alcune difficoltà dovute a un piano ben congegnato, si mette nientemeno che Dio in persona. Nulla è lasciato al caso, come la voce di Dio, che sarebbe troppo imponente per poter essere ascoltata dai comuni mortali: Dio è ultraterreno, è su un altro livello, quindi anche il timbro vocale si adatta.

Quindi, come ho detto, trovo ingiuste le critiche di cattolici e protestanti che causarono il ritardo di un anno per l’uscita del film, dal 1998 al 1999, ma devo ammettere che va visto dal giusto punto di osservazione per evitare di essere frainteso. Un piccolo esempio: il tredicesimo apostolo, Rufus (Chris Rock) dice di essere stato estromesso dalle sacre scritture perché nero. Ma è proprio qui che i veri valori della cristianità, insite nei fedeli, dovrebbero insorgere contro il razzismo di cui è vittima Rufus, e non dovrebbe invece causare controversie.

Certo, sempre che Rufus non abbia esagerato o sia di suo poco sopportabile ai “piani alti”: come tutti (forse Silent Bob escluso, per quanto è taciturno), è eccessivo e fa ridere per questo, come ci riesce tutta la pellicola. Ma il finale è a suo modo il trionfo della cristianità. Ora, al di là di fede religiosa di chi vede il film, è senz’altro un punto di vista originale sul tema, che lascia a bocca aperta per alcune scelte e che conferma la bravura di Kevin Smith quando gli viene lasciata carta bianca: di Dogma è infatti regista e attore, oltre ad aver firmato soggetto e sceneggiatura.

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