Le criticità italiane sviscerate al meglio da Maccio Capatonda, in un film in cui recita con Herbert Ballerina, fedele compagno di mille avventure: ecco Omicidio all’italiana.

di Paolo Merenda

Cosa accadrebbe se un malore stroncasse una donna e venisse fatto passare per omicidio di proposito? È l’interessante domanda alla base di Omicidio all’italiana del 2017, secondo film di Maccio Capatonda (pseudonimo di Marcello Macchia) dopo Italiano medio del 2015. In entrambi i casi, con lui recita l’amico di sempre Herbert Ballerina (il cui vero nome è Luigi Luciano), per riformare un duo che si esprime al meglio in queste storie surreali e piene di comicità leggera. Almeno così sembra a prima vista, perché la forza di Maccio Capatonda è parlare di temi scottanti con la risata. «Scherzando si può dire di tutto, anche la verità», recita la frase attribuita a Sigmund Freud.

E allora, pronti via e nella tranquilla, troppo tranquilla Acitrullo (16 abitanti in tutto, età media 68 anni), l’unica donna facoltosa, la contessa Ugalda Martirio in Cazzati recatasi lì in buen retiro, viene colta da malore e muore. Il sindaco Piero Peluria, con il fratello Marina, capisce che il borgo sarebbe morto con lei, senza i fondi che passava alla popolazione di tanto in tanto. Allora inscena un finto omicidio per un motivo semplice ma al contempo esiziale: far diventare Acitrullo una nuova Avetrana o Cogne, paesi cioè conosciuti solo per l’evento di cronaca associato. Questo avrebbe portato turismo e nuove entrate economiche. Il piano riesce, tanto che la trasmissione Chi L’Acciso con la presentatrice, Donatella Spruzzone (una Sabrina Ferilli che per l’interpretazione vince il Nastro d’argento), si reca sul posto. Ma le cose iniziano ad andare male quando una poliziotta, Sandra Pertinente (cioè l’attrice Roberta Mattei) vuole davvero risolvere l’omicidio, scoprendo via via particolari sempre più contraddittori.

Come denuncia sociale, in questa pellicola c’è tutto: le trasmissioni televisive che si sostituiscono ai tribunali (fino a far decidere il sospettato principale al televoto, con il pubblico da casa che ovviamente sceglie l’ambulante extracomunitario Antonello, interpretato da Fabrizio Biggio), il turismo dell’orrore e così via.

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La critica a un sistema di cose che predilige sempre più gli aspetti pruriginosi è presente in ogni scena, è il filo rosso che va dal principio alla fine del film, e se all’inizio Piero Peluria sembra essere debole grazie a un filmato che dovrebbe promuovere il borgo ma ha un assoluto effetto esilarante (le nostre salita, le nostre discesa, recita sbagliando le vocali finali), man mano diventa l’ago della bilancia. Ottimo il finale: se ci sono personaggi corrotti su ogni livello, programmi televisivi che pensano solo all’indice share e non alla verità, quando si arriva alla spiegazione di ciò che è avvenuto esplode l’idea alla base, ben descritta e che lascia stupefatti.

Per chi vuole fare turismo, non dell’orrore ma dei luoghi in cui sono stati girati film, Acitrullo in realtà è Corvara, in provincia di Pescara. Il paesino abruzzese ha in realtà la “bellezza” di 225 abitanti, anche se per le scene è stato utilizzato il borgo vecchio, che vanta maggiori dislivelli perché posizionato più in alto. Così tutti possono vedere le «salita» e le «discesa» di Acitrullo.

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